mercoledì 27 gennaio 2016

La Stampa 27.1.16
Il Papa riceve Rohani: l’Iran è importante contro il terrorismo
Francesco: «Insieme ad altri Paesi della Regione» promuovere «soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente»; «spero nella pace». 40 minuti di colloquio privato. Il Presidente al Pontefice: «Le chiedo di pregare per me»
di Andrea Tornielli

«Le chiedo di pregare per me...». A rivolgersi così verso Papa Francesco, accomiatandosi dopo un incontro durato tre quarti d’ora, è stato ieri mattina il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Hassan Rohani. L’incontro è stato cordiale, accanto a Rohani, nella biblioteca papale, era seduta l’unica donna della delegazione iraniana, un’interprete con il velo, ammirata dai presenti per il suo perfetto italiano.
«Colloqui cordiali»
Il Papa e Rohani hanno parlato di pace, del ruolo di Teheran nella regione, dell’accordo sul nucleare. «Durante i cordiali colloqui - si legge nel comunicato finale - si sono evidenziati i valori spirituali comuni e si è poi fatto riferimento al buono stato dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Islamica dell’Iran, alla vita della Chiesa nel Paese e all’azione della Santa Sede in favore della promozione della dignità della persona umana e della libertà religiosa». 
«Ci si è poi soffermati sulla conclusione e l’applicazione dell’Accordo sul Nucleare e si è rilevato l’importante ruolo che l’Iran è chiamato a svolgere, per promuovere adeguate soluzioni politiche - continua la nota riferibile alla crisi siriana - alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi. Al riguardo, è stata ricordata l’importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità delle comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace». 
Nel pomeriggio il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif è tornato in Vaticano per continuare i colloqui.
Secondo quanto apprende La Stampa, Rohani avrebbe ringraziato in modo particolare il Pontefice per il suo impegno in favore della pace, per il linguaggio di fratellanza che adopera e anche per l’aver denunciato più volte il traffico di armi che sta dietro tante guerre e azioni terroristiche. Il presidente iraniano avrebbe poi chiesto a Francesco quale fosse stata la sua reazione alla notizia dell’accordo sul nucleare: «Una grande gioia», è stata la risposta del Pontefice. Rohani avrebbe quindi ricordato il passaggio su questo argomento nel discorso di Francesco all’Onu, lo scorso settembre, quando Bergoglio aveva definito l’accordo «una prova delle possibilità della buona volontà politica e del diritto». 
Non sono mancati anche accenni di dialogo religioso. Il presidente dell’Iran ha donato al Papa un tappeto fatto a mano e un grande libro con delle miniature sciite. Nel colloquio è stato affermato che le religioni monoteiste devono parlare di pace e non fomentare fondamentalismo e terrorismo. «Siamo tutti fratelli, siamo fiori dello stesso giardino di Dio», è l’immagine usata da Rohani. Francesco ha donato la medaglia di San Martino, spiegando che la figura del santo che si toglie il mantello per coprire un povero è «segno di fratellanza». E anche copie dell’enciclica «Laudato si’», in italiano e in inglese. 
Al momento dei saluti, Francesco ha detto al presidente iraniano: «La ringrazio tanto per questa vista e spero nella pace». E lui ha replicato: «Le chiedo di pregare per me». Rohani non ha invitato il Papa a visitare l’Iran, e successivamente ha incontrato il Segretario di Stato Pietro Parolin e l’arcivescovo Paul Gallagher.
All’udienza, prevista alle 11, il presidente era arrivato con qualche minuto di ritardo, dopo aver attraversato via della Conciliazione e piazza San Pietro con un corteo di oltre 20 auto blu.