lunedì 25 gennaio 2016

La Stampa 25.1.16
L’organizzatore del Family day
“Piazze Arcobaleno? Erano poca gente”
Gandolfini: massimo 150 mila, e non agevolano l’iter del ddl Cirinnà
intervista di Giacomo Galeazzi

«Ma quale milione di manifestanti? A voler esagerare saranno state 150mila persone». Le piazze arcobaleno «non agevolano l’iter del ddl Cirinnà», spiega il neurochirurgo Massimo Gandolfini, promotore e portavoce del Family day.
«Missione fallita: le iniziative del 23 gennaio non lasciano la minima traccia, ero a Brescia e a dir tanto ho visto 300-400 ragazzetti che si erano dati appuntamento attraverso i social network-spiega il presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli”-. E’ una menzogna colossale che in ciascuna delle altre 98 piazze ci fossero 10mila partecipanti». Dunque sabato il Family day non sarà la risposta alle piazze arcobaleno. «Ignoro quale fosse la loro intenzione, ma la nostra manifestazione l’avevamo programmata molto tempo primaafferma Gandolfini-.Non siamo la risposta ad altre iniziative: contrastiamo il brutto mostro giuridico del ddl Cirinnà. Difendiamo la famiglia e il diritto del bambino ad avere papà e mamma. Aspettiamo un segnale. Se da Renzi ci venisse chiesta, è pronta la proposta».
Appello al governo
L’interlocutore è il governo. «Chiediamo di fermare tutto e ritornare nell’ambito precedente evidenzia Gandolfini-.Ripartire dalla commissione giustizia per scrivere un nuovo testo che riconosca i diritti civili alla persona in una formazione sociale qual è l’unione civile. Senza lasciare spazio ad un’inaccettabile omologazione con la famiglia». La miglior risposta, aggiunge, è la Costituzione. «Le unioni civili hanno come alveo quell’articolo 2 con cui la Carta assicura i diritti dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali, mentre la famiglia è garantita dall’articolo 29 in quanto società naturale fondata sul matrimonio puntualizza Gandolfini. Omologarle è incostituzionale». Guerra di cifre.
«E’ una balla che sabato fossero un milioneri batte Gandolfini-. Il centinaio di piazze, se si è razionali e ragionevoli, non spostano nulla dal punto di vista politico. Anzi proprio attraverso le manifestazioni si è vista la scarsa rappresentanza delle persone che vogliono omologare famiglia e unioni civili». Infatti «in piazza c’erano cittadini del posto che hanno fatto al massimo un chilometro a piedi per partecipare, mentre al Family day arriveranno a Roma da tutta Italia, pagandosi tutto privatamente». E cioè «viaggio, pernottamento: verranno da Cagliari, Ragusa, Treviso facendo sacrifici enormi. Riuniremo il cuore dell’Italia. La nostra è la rappresentazione del paese, non quella del 23 gennaio». Piazze, quindi, che differiscono. «L’ho constatato personalmente nella mia città, Brescia. Nelle piazze arcobaleno non c’erano nonni, passeggini, famiglie ribadisce Gandolfini -. Ho visto sola gruppi di ragazzetti coalizzati attraverso internet. Sabato prossimo sarà la fotografia dell’Italia». Insomma, cattolici mobilitati su tutti i fronti. Se il Family Day del 30 gennaio resta l’evento principale in calendario, alcuni si stanno organizzando in maniera diversa, con veglie di preghiera, messe, adorazioni eucaristiche.
A Roma sono attese «oltre un milione di persone», sostiene Gandolfini. Al momento le adesioni corrono attraverso comitati trasversali, quale è appunto «Difendiamo i nostri figli». Dei movimenti cattolici a scendere in campo è stato solo il Cammino Neocatecumenale e il fondatore Kiko Arguello ha riferito di aver ricevuto una telefonata dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che lo invitava a prendere parte all’evento. «Ci sarà il cuore d’Italia»,dice.