lunedì 25 gennaio 2016

Corriere 25.1.16
I parlamentari cattolici pd e i residui dell’integralismo
di Massimo Teodori

Non stupisce che papa Francesco ammonisca a non fare confusione tra il matrimonio e ogni altro tipo di unione, pur nel rispetto di «chi vive in stato di errore». Si tratta dell’ovvio richiamo del vertice della Chiesa al popolo dei credenti, sollecitato dalle prese di posizione di alcuni vescovi tra cui il presidente della Cei Bagnasco che si è così messo sulla scia interventista del suo predecessore cardinal Ruini.
Quel che invece meraviglia è il fervore ostruzionistico dei «cattodem», i cattolici del Pd che si sono allineati ai clerico-conservatori alfieri dello Stato etico e del diniego dei diritti civili. Dietro i loro distinguo si intravede una tattica protesa a far fallire il progetto Cirinnà, come sono stati fatti fallire per quindici anni tutti i vari tentativi (Pacs, Dico, Cus e Didoré) per dare all’Italia una decente legge sulle unioni civili.
È giusto che su materie riguardanti la persona si proceda con il voto di coscienza sganciato dalla disciplina dei gruppi parlamentari. Ma con il nuovo corso renziano di stampo riformista europeo, avremmo sperato che gli esponenti cattolici del Pd si scrollassero di dosso i residui di quell’integralismo che non sa distinguere la dottrina religiosa dal diritto di libertà di chi ha idee, inclinazioni sessuali e concezioni familiari non omologate a quelle della maggioranza dei credenti.
Abbiamo letto di un deputato democratico che ha invocato l’inquisizione e «fino a 12 anni di carcere per chi organizza, favorisce o pubblicizza la pratica dell’utero in affitto anche all’estero», forse inconsapevole che la questione è già disciplinata dalla legge 40. La verità è che il richiamo ossessivo all’utero in affitto non è altro che un pretesto per affossare la stepchild adoption e, in alcuni casi, l’intero disegno di legge Cirinnà. In questi giorni abbiamo osservato quanto diffusa sia la domanda di legalizzazione delle unioni civili e dei relativi figli per cui ci pare inaccettabile che il parlamento si rifiuti di risolvere un problema che riguarda centinaia di migliaia di suoi cittadini.