Il Fatto 25.1.16
Unioni civili, i verdiniani sono decisivi per la “maggioranza” Pd-Cinquestelle
di F d’E.
Le
unioni civili ribaltano ogni schema. Si apre la penultima settimana
decisiva e finanche i bersaniani dalla minoranza dem adesso sospirano:
“Speriamo che i verdiniani reggano, le unioni civili sono un iceberg
contro cui il Pd può affondare. Sempre che i Cinquestelle non facciano
scherzetti per farci esplodere, come hanno fatto con la conferma del
forzista Matteoli a presidente di commissione”.
Ovviamente l’arena
della nuova battaglia è il Senato e il primo step cruciale cade domani
con l’assemblea dei senatori democrat. Le opzioni in campo sono due.
Ciascuna con la sua maggioranza. La prima è quella degli emendamenti
Lumia che “salvano” il testo di Cirinnà, con la stepchild adoption resa
più rigida, e che garantirebbero una maggioranza progressista in
Parlamento tra Pd (meno la pattuglia cattolica,trai25ei30), Movimento 5
Stelle e Sel. Ed è qui che s’innesta il supporto decisivo del Misto e
soprattutto dei 18 diciotto di Ala, il gruppo di Denis Verdini. La
seconda opzione è l’emendamento Marcucci con il pre-affido di due anni,
sempre per il controverso articolo 5, quello a rischio sulle adozioni.
In questo caso, però, a fronte di un recupero dei cattodem e dei
settori più dialoganti di Ncd si potrebbe registrare l’opposizione di
M5s e Sel. E la fragilità dei numeri, in entrambi i casi, non consente
previsioni. Le due maggioranze possibili sono “strette” in quello spazio
vitale che al Senato è racchiuso tra i 159 e i 163 voti, con quorum a
161. Con tutte le incognite del voto segreto. Basta un niente e salta
tutto in aria.
PER QUESTO motivo, sarà decisiva l’assemblea di
domani dei senatori del Pd. Una riunione che arriva sull’onda emotiva
del successo delle quasi cento piazze “arcobaleno” di sabato scorso.
Un’onda che pesa, come dimostra anche l’affondo di ieri di Laura
Boldrini, presidente della Camera e terza carica dello Stato, che si è
esposta a favore delle adozioni. Un’uscita bilanciata, per l’altro
fronte, dalle parole di Angelino Alfano all’Huffington Post. Il ministro
dell’Interno ha detto che solo a causa del suo ruolo istituzionale (è
responsabile dell’ordine pubblico) non sarà al Family Day di sabato
prossimo a Roma. Per il resto, no alla mediazione sugli emendamenti
Lumia e soprattutto un avvertimento “politico” alla maggioranza, che ha
spiazzato gli amici renziani: “Se la Cirinnà passa ci saranno
conseguenze sul governo”. Can che abbaia non morde? È possibile,
trattandosi di Alfano, un centrista imbullonato alle poltrone di governo
da sei anni. Epperò, impossibile fare previsioni. Anche perché,
appunto, questa è la penultima settimana decisiva. Dopo l’assemblea di
domani dei senatori del Pd, si andrà in aula giovedì 28. La
discussione generale si prenderà tutta la fine del mese, almeno fino a
martedì 2 febbraio. A quel punto, però, sarà intervenuta nel
dibattito di Palazzo Madama un’altra piazza, quella dei cat-
tolici
del Family Day, sponsorizzata dalla Cei, la conferenza dei vescovi
italiani. Sarà quindi guerra coi numeri con le piazze di sabato scorso e
questo avrà un forte peso sulle mediazioni in corso, tenendo presente
che il già citato Marcucci, renziano, ha preparato un emendamento
all’articolo 1 per “cangurare”, cioè tagliare, i 6mila contro-testi per
modificare la Cirinnà, di cui 5mila della sola Lega.
In realtà,
dunque, mancano altri dieci giorni abbondanti, considerando che si
inizierà a votare tra mercoledì 3 e giovedì 4 febbraio. Sulle unioni
civili, Renzi ha mostrato per la prima volta la sua matrice di sinistra,
rispetto a tutte le altre riforme portate avanti. Continuerà a farlo
oppure cambierà strada per una mediazione al ribasso, senza il voto dei
Cinquestelle e di Sel? La partita vera, quella in cui si gioca, inizia
domani e non sono pochi i senatori del Pd a mostrare preoccupazione per
questo passaggio “cruciale” del partito. Su un fronte e sull’altro sono
in ballo milioni di voti.