sabato 23 gennaio 2016

La Stampa 23.1.16
Verdini va al contrattacco:
“Tranquilli, non andrò mai con i reduci del comunismo”
di Amedeo La Mattina

Denis Verdini è diventato il belzebù della sinistra Dem. Con quel sorriso sarcastico di chi sembra saperla più lunga del diavolo tentatore, pare giocare come il gatto con il topo. Così, dopo aver votato la riforma costituzionale e portato a casa tre vicepresidenti di commissione del Senato, va in tv (Bersaglio mobile) e spiega a Mentana che si stanno facendo polemiche strumentali. Prima di tutto, ha spiegato l’ex coordinatore di Forza Italia, non è vero che facciamo parte della maggioranza. Solo chi vota la fiducia ne fa parte. Così come non è vero che, dopo aver votato la riforma costituzionale, sia passato all’incasso guadagnando tre vicepresidenze: gli spettavano, esattamente come a tutti i gruppi di opposizione. Anche i 5 Stelle e la Lega hanno i loro vicepresidenti. Forza Italia ne ha cinque, più un presidente di commissione. «Eppure noi, che siamo la terza forza per numero di senatori, rischiavamo di essere esclusi».
Verdini poi va all’attacco della sinistra Dem. «Non mi vogliono? Ma chi li vuole. Nessuno vuole andare con il Pd. Il problema della minoranza Pd non è Verdini, ma il loro segretario che anche premier: non lo riconoscono». Il senatore immagina quindi non un’alleanza diretta con Renzi, ma di riunire tutte le forze di centro, con i leader che fanno un passo indietro, per presentare alle politiche una lista capace di eleggere 30-40 deputati. Che andrebbero ad affiancare la maggioranza renziana. Sì, perché Renzi ne avrà sempre bisogno: la sinistra Dem gli darà sempre filo da torcere, anche nella prossima legislatura.
Il centrodestra è discorso chiuso? «Se sarà guidato da Salvini voto Renzi», sostiene Verdini. Berlusconi? Ha sbagliato a rompere il Patto del Nazareno. «Attorno a lui non c’è il cerchio magico. Berlusconi è un cerchio, è tutto lui. Decide da solo».
Insomma, non facciano le «verginelle» questi «reduci e gli orfani comunismo»: li ha definiti così il senatore Vincenzo D’Anna portavoce del gruppo verdinano Ala. Non facciano gli «ipocriti», ha aggiunto Massimo Parisi, che se la prende con il presidente della Toscana Enrico Rossi, secondo il quale Verdini deve rimanere fuori dal Pd e da qualunque alleanza futura. «Poi un giorno magari - dice Parisi - Rossi ci spiegherà perché i voti di Verdini andavano bene per riscrivere lo Statuto e la legge elettorale toscana...». La verità, taglia corto Luca D’Alessandro, è che i nostri voti sono necessari per tener in piedi il governo, «le anime belle se ne facciano una ragione»