La Stampa 20.1.16
Unioni civili, paura Pd per i voti segreti
Cirinnà ammette: “Possibili sgambetti al governo”. Timore di agguati dai 5 Stelle
Zanda chiede prudenza ai cattolici. E si tenta una mediazione anche con Ncd
di Carlo Bertini
E
ora il Pd teme la «tempesta perfetta», cioè andare in aula senza rete
con il rischio che nella raffica di voti segreti la legge sulle unioni
civili venga snaturata, con lo stralcio delle adozioni: al punto da
fornire «l’alibi» ai grillini di sfilarsi nel voto finale. Dovendosi a
quel punto affidare ai voti dei centristi, tutt’altro che scontati, per
veder passare la legge. Per questo si sta provando a rendere più
digeribile per i cattolici meno intransigenti la legge sui punti più
spinosi, l’equiparazione ai matrimoni e le adozioni: con contatti a
tutto campo, cercando di non tirare la coperta troppo da una parte o
dall’altra per evitare di perdere voti che al Senato scarseggiano.
Le aperture dei cattolici
Certo,
se venissero a cadere le adozioni, la partita si riaprirebbe tra gli
alfaniani, dove il grosso dei senatori a quel punto voterebbe sì,
lasciando sul fronte avverso tre o quattro teodem guidati dal solito
Sacconi. Ieri sera deputati e senatori di Ap si sono riuniti per
ragionare sui segnali di apertura che giungono dal Pd. Non a caso nel
pomeriggio il senatore Di Biagio non chiudeva la porta, anzi dettava una
nota per dire «stiamo a vedere dove questo sforzo vuole approdare e poi
faremo le nostre valutazioni». E si lavora anche per arrivare ad una
maggiore unità del gruppo Pd che allo stato non c’è. Come si è visto
ieri all’assemblea del gruppo dove i cattolici hanno continuato a
perorare la soluzione di un affido rafforzato al posto delle adozioni.
Anche se hanno cominciato ad ammorbidire le posizioni, evocando
«interventi chirurgici» sulle adozioni, per evitare «trabocchetti» in
aula, proponendo di inserire una «stigmatizzazione chiara dell’utero in
affitto e la restrizione della stepchild adoption ai figli che già ci
sono», è stata l’apertura di Emma Fattorini.
L’avviso ai naviganti
Un’eco
del timore di andare senza rete in aula si è sentito nelle parole che
Luigi Zanda ha pronunciato di fronte ai suoi senatori, chiedendo a tutti
grande «prudenza» nel presentare emendamenti che possano prestarsi al
gioco degli avversari. Ed elencando i quattro fattori che possono
precostituire «un esito incerto», capace di scatenare un caos. «Abbiamo
di fronte un passaggio difficile - ha avvertito Zanda - che dovremo
affrontare in queste condizioni: una legge che arriva in aula senza
relatore, con il governo che non darà indicazioni di voto, con molti
voti segreti e con libertà di coscienza. Quindi per favore pochi
emendamenti, circoscritti e ragionati». Tradotto, in aula si rischia di
ballare parecchio perché ognuno si sente libero di fare come vuole. Con
l’aggravante di arrivare alla prova in pieno conflitto sul caso Quarto
con i grillini, che avrebbero politicamente le loro ragioni per
vendicarsi nel segreto dell’urna. «Voglio vedere come la spiegano se
vengono bocciate le adozioni, verrebbero subito individuati come i
colpevoli», dice fiducioso Stefano Esposito prima di recarsi
all’Antimafia per l’audizione della Capuozzo. Così come fiduciosa che la
legge passerà grazie al Pd si dichiara la Cirinnà, madrina della legge,
pur ammettendo che «lo sgambetto al governo su un punto così importante
è possibile». E quindi si prova a spaccare il fronte del no di Ncd con
qualche limatura dei testi che sarà formalizzata in emendamenti ad hoc.
Come? Togliendo tutti i riferimenti al matrimonio che possono incorrere
nel rischio di incostituzionalità, limitando il perimetro delle
adozioni, dando più discrezionalità ai giudici o fissando un biennio di
pre-adozione. Si vedrà se questo sarà sufficiente a blindare la legge.