domenica 17 gennaio 2016

La Stampa 17.1.16
Papa Francesco:
“Farsi raccomandare è indegno dell’uomo”
di Giacomo Galeazzi

«Gli insegnanti sono mal pagati perché non c’è coscienza del bene che fanno. E’ un’ingiustizia», riconosce Francesco in un videomessaggio al congresso di educatori in corso in Brasile. Poi durante l’udienza al Movimento cristiano lavoratori (Mcl) esorta a «fuggire le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni: qui sotto c’è la corruzione». L’illegalità è «una piovra che non si vede: sta nascosta, sommersa, ma con i suoi tentacoli afferra e avvelena, inquinando e facendo male».
Le «compravendite morali» sono «indegne dell’uomo, vanno respinte: generano la mentalità falsa e nociva dell’illegalità», che corrompe la persona e la società». Da ex prete di strada richiama «il valore dell’onestà», la piaga della disoccupazione giovanile («dramma che provoca malattie e suicidi»). Appello per un nuovo umanesimo del lavoro. «Viviamo in un tempo di sfruttamento dei lavoratori, il lavoro non è al servizio della dignità della persona, ma è il lavoro schiavo». E invece, avverte il Papa, «sia al centro l’uomo e non il profitto, l’economia serva l’uomo e non si serva dell’uomo». Sempre in tema di educazione, Francesco denuncia gli «inganni» di chi «vuol far credere che non abbiano valore il lavoro, l’impegno quotidiano, il dono di sé stessi e lo studio». Perciò «è urgente educare a percorrere la strada, luminosa e impegnativa, dell’onestà, fuggendo le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni». Le «tentazioni piccole o grandi» sono «indegne dell’ uomo» e il modo per respingerle è «abituare il cuore a rimanere libero».
Il lavoro deve «unire le persone non allontanarle, rendendole chiuse e distanti». In Europa , «la gioventù arriva al 40% di disoccupazione e un giovane che non lavora finisce nelle dipendenze, nelle malattie psicologiche, nei suicidi». E’ «il dramma dei nuovi esclusi del nostro tempo che vengono privati della loro dignità». Di fronte alle persone in difficoltà e a situazioni faticose, occorre «trasmettere speranza, confortare con la presenza, sostenere con l’aiuto concreto». La giustizia umana reclama «l’accesso al lavoro per tutti». Altrimenti «in un’organizzazione mondiale centrata sulla paura e non sull’uomo, l’educazione diventa sempre più elitaria e si limita a dare contenuti nozionistici». Non include l’intera sfera umana. «La persona, per sentirsi tale, deve sentire, pensare, fare».