La Stampa 15.1.16
Il governo non ha più la maggioranza sulle unioni
di Marcello Sorgi
La
scelta del Pd - cioè di Renzi - di lasciare libertà di voto ai senatori
che nei prossimi giorni dovranno votare la legge sulle unioni civili
lascia capire che nel giro di pochi giorni il governo ha capito di non
avere più la maggioranza, se non proprio sulla legge, sul controverso
tema della “stepchild adoption”, cioè sulle adozioni del figlio del
partner all’interno delle coppie omosessuali. La somma dei trenta voti
mancanti dei componenti cattolici del gruppo Pd del Senato che mercoledì
avevano annunciato il loro dissenso, con il “no” di Forza Italia (anche
se Berlusconi ha dato via libera al dissenso interno), e soprattutto
con il clima che s’è creato tra Pd e 5 stelle sul caso Quarto, ha fatto
prevalere la prudenza a Palazzo Chigi.
A questo punto è possibile
che la legge passi, senza il riferimento alle adozioni. Ma anche che con
un voto procedurale sia rispedita in commissione, cioè sostanzialmente
accantonata fino a nuovo ordine. Occorre tener presente che la
discussione e le votazioni a Palazzo Madama sulle unioni civili si
svolgeranno in concomitanza del “family day”, la manifestazione dei
cattolici contrari alla legge. Di qui la possibilità che l’ala più
radicale dei parlamentari dissidenti prema per una più generale
revisione del testo, e non solo per il taglio della parte delle
adozioni.
Ma al di là dello scontro sui contenuti, la vicenda si
era fin troppo politicizzata, dopo la presa di posizione di Renzi che a
inizio anno aveva chiesto di arrivare all’approvazione al Senato entro
gennaio, e della ministra Boschi che si era pronunciata a favore delle
adozioni. A quel punto anche molte delle posizioni favorevoli della
prima ora sono rientrate, a cominciare da quella di Berlusconi, e
l’eventualità di far passare la legge con una maggioranza trasversale
che comprendesse anche il Movimento 5 stelle s’è fatta più incerta.
Così,
piuttosto che rischiare di trovarsi in minoranza, Renzi ha deciso di
frenare, anche se le unioni civili nei suoi piani rappresentavano un
tentativo di agganciare una parte della sinistra radicale in vista delle
prossime amministrative. L’approvazione di una legge monca delle
adozioni, così come il possibile rinvio in commissione del testo,
lascerebbero molto insoddisfatte sia la sinistra che le associazioni di
base che difendono i diritti degli omosessuali e premevano per il varo
della legge nei termini in cui era stata proposta all’inizio. Inoltre
l’inserimento a tutti i costi del diritto all’adozione avrebbe segnato
una rottura con l’Ncd nella maggioranza. Una ragione in più per il
contrordine.