La Stampa 13.1.16
“Boicotta Israele” anche in Italia
Centocinquanta accademici preparano un appello
di Mario Baudino
Sulla
falsariga di quanto è già accaduto in Gran Bretagna, un nutrito gruppo
di accademici italiani sta lavorando a un appello che invita la comunità
scientifica al boicottaggio culturale di Israele, o quantomeno delle
sue istituzioni ufficiali. «Non accetteremo inviti dalle istituzioni
accademiche israeliane, non saremo referenti in alcuno dei loro eventi,
non parteciperemo a conferenze da loro finanziate, organizzate o
sponsorizzate, né coopereremo con loro», avevano scritto trecento
docenti e ricercatori britannici (sul Guardian) nell’ottobre scorso,
motivando la decisione con le «violazioni intollerabili dei diritti
umani inflitte a tutto il popolo palestinese».
Fra loro, molti
italiani che insegnano all’estero. La conseguenza è che ora qualcosa di
molto simile è in fase di definizione anche da noi. Sarebbero già 150
gli accademici che hanno aderito a un testo ancora non definitivo, come
dice uno dei partecipanti, che vorrebbe evitare toni troppo radicali per
coinvolgere la massima platea possibile. La sostanza è comunque un no
alle istituzioni ufficiali di Israele, che però non si applicherebbe ai
singoli intellettuali e docenti israeliani quando invitati (o invitanti)
a titolo personale.
L’appello britannico - seguito peraltro da
altri consimili, anche ad esempio fra gli antropologi delle nostre
università - aveva com’è noto sollevato polemiche, e non solo consensi.
C’è stato anche un «controappello», firmato tra gli altri da J. K.
Rowling, l’autrice di Harry Potter. «Stiamo cercando di informare e
incoraggiare il dialogo fra Israele e i palestinesi in una comunità
culturale e creativa più ampia - vi si legge -. I boicottaggi culturali
che vogliono isolare Israele sono divisivi e discriminatori, e non
favoriscono la pace».