domenica 10 gennaio 2016

La Stampa 10.1.16
Saviano: “Se il sindaco non si dimette a Quarto una stella nera per i grillini”
Casaleggio aspetta le dimissioni e cerca una via d’uscita per il “caso” della giunta in odore di camorra
di Francesco Maesano

Lei, Rosa Capuozzo, potrebbe andarsene già oggi. Ma nel M5S non è questione di sondaggi né di ideali traditi: di fronte al caso Quarto i vertici provano una paura più profonda. Dal giorno della fondazione e per i sei anni successivi i Cinquestelle si sono percepiti come i concessionari in esclusiva della parola «onestà». Ora che l’inchiesta campana mette in dubbio quel punto lo smarrimento è grande, tanto che ieri il direttorio di cinque deputati che guida il Movimento si è riunito con Gianroberto Casaleggio per mettere a punto una strategia di uscita.
Eccola. Innanzitutto Luigi Di Maio si presenterà in televisione la prossima settimana per separare i destini del M5S da quelli della giunta. Nei giorni scorsi era stato proprio il vicepresidente della Camera a mettere il sindaco di Quarto di fronte alla concreta eventualità di presentare le dimissioni. E ora sarà lui a spiegare che al minimo coinvolgimento dell’amministrazione nell’inchiesta saranno i Cinquestelle a staccare la spina alla giunta.
Nel frattempo gli altri parlamentari e la Casaleggio Associati sono impegnati a rintuzzare gli attacchi del Pd. Ieri il blog di Grillo ha ripreso una stima di Franco Bechis per il quale solo nel 2015 son stati 83 gli indagati e i condannati tra i dem. Mentre il capogruppo alla Camera Dell’Orco ribadiva che «se vedremo zone d’ombra manderemo via le persone che ci sono finite dentro».
Ma la pressione sul Movimento si è fatta pesante. Roberto Saviano ha chiesto senza mezzi termini le dimissioni di Capuozzo: «Il sindaco di Quarto deve dimettersi. Se non lo fa il M5S aggiungerà una blackstar al suo simbolo», è stato il commento pubblicato ieri su Twitter dallo scrittore napoletano.
Rosa Capuozzo nel frattempo è trincerata a Quarto da dove ripete la versione della non-consapevolezza di trovarsi di fronte a un ricatto. Avrebbe voluto partecipare anche lei all’incontro sulla strategia, ma ha ricevuto un no.
Una delle ipotesi per gestire la vicenda era quella di farla dimettere e poi ricandidarla. Ma l’imprevedibilità del procedimento giudiziario ha consigliato un allungamento dei tempi almeno finché tutte le carte dell’inchiesta non saranno state calate. Anche perché, se la sindaca dovesse risultare pesantemente coinvolta, non è escluso che si ricorra al procedimento di espulsione come accaduto per il consigliere M5S che l’avrebbe ricattata. La decisione di farsi da parte risolverebbe ogni impaccio.
«Rispettiamo l’opinione di Saviano e se ci sarà anche un minimo coinvolgimento la giunta andrà via in pochi secondi», spiegava ieri sera Manlio Di Stefano, uno dei parlamentari in ascesa nel gruppo Cinquestelle alla Camera, tra i più vicini nei modi e nelle visioni a Luigi Di Maio. «Non ci cambia la vita governare in un comune in più o in un comune in meno. Anche perché non può passare il concetto che se loro sono camorristi noi lo siamo un po’ meno. Comunque nessuna fretta: non ci facciamo dettare l’agenda dalle urla del pd. Se fosse quello a contare loro non avrebbero neanche più una giunta in piedi. Tra l’altro neanche loro, correttamente, pretendono dimissioni dai loro in fase di indagini preliminari».