Il Sole Domenica 10.1.16
Isaiah Berlin: giovani, non siate entusiasti
di Armando Massarenti
Per
chi non avesse mai letto le opere di Isaiah Berlin (1909-1997) - e
varrebbe veramente la pena leggerle tutte, nelle belle edizioni di
Adelphi - o per chi le trovasse troppo difficili perché trattano temi di
storia delle idee con intersezioni spesso sorprendenti, è consigliato
partire da un aureo libretto, Un messaggio al Venunesimo secolo, che
contiene in poche, chiarissime pagine tutto ciò che di essenziale il
grande pensatore lettone-oxoniense ha voluto trasmettere. A voler
tradurre il tutto in uno slogan, questo sarebbe: guardatevi
dall’entusiasmo. Cioè dal fanatismo e dalla violenza che le varie forme
di idealismo che hanno generato i totalitarismi del XX secolo, ispirate a
idee di perfezione che spesso troviamo oggi nei giovani fanatici
attratti dall’Isis. Saper riconoscere quanto è fallace - in teoria e in
pratica - ogni ideale di perfezione che pretenderebbe di armonizzare
tutti i valori è il vero antidoto al fanatismo. «La giustizia è sempre
stata un ideale umano, ma non è compatibile in toto con la
misericordia»,e altri valori fondamentali, come eguaglianza e libertà,
sono costitutivamente in conflitto tra loro. «E quindi - si chiede
Berlin - che cosa si può fare per contenere i paladini, talvolta molto
fanatici, dell'uno o dell'altro di questi ideali, ciascuno dei quali ha
la tendenza a calpestare gli altri, come i grandi tiranni del Novecento
hanno calpestato la vita, la libertà e i diritti umani di milioni di
persone perché i loro occhi erano fissi su un supremo, dorato futuro?».
Berlin è ben consapevole che l’unica risposta possibile non è per niente
entusiasmante, soprattutto per giovani in cerca di cause eccitanti che
diano un senso alla loro vita. «Purtroppo - scrive Berlin - non ho
nessuna risposta conclusiva da offrire: solo che se vogliamo che i sommi
valori umani in base ai quali viviamo vengano perseguiti, allora, per
evitare il peggio, dobbiamo arrivare a compromessi, accordi, baratti. Un
po’ di libertà in cambio di un po’ di eguaglianza, un po’ di libera
espressione individuale in cambio di un po’ di sicurezza, un po’ di
giustizia in cambio di un po’ di compassione»... È la nobile, saggia
arte del compromesso. Chi fomenta la violenza e il terrorismo sa bene
quanto più attraenti siano le diverse forme di fanatismo che ne sono la
plateale negazione. E quanto le nostre democrazie, che su quell’arte
dovrebbero costruire la propria forza, non sappiano porre al riparo i
nostri giovani - di cui assai poco si occupano lasciandoli così in balia
dei malintenzionati - dalle sirene dell’idealismo.