mercoledì 27 gennaio 2016

Il Sole 27.1.16
A Bruxelles
Padoan propone il sussidio Ue ai disoccupati
di Davide Colombo

Roma La proposta italiana per l’adozione di uno schema di assicurazione europea contro la disoccupazione di natura ciclica passa per la costituzione di un Fondo in cui far confluire una parte delle risorse oggi spese in diversi programmi nazionali. Questo strumento potrebbe essere alimentato anche da una frazione dei contributi versati da lavoratori e imprese senza tuttavia aumentare il costo del lavoro a livello nazionale. Ieri il ministro Pier Carlo Padoan, ha presentato alla Commissione occupazione del Parlamento europeo la proposta di uno stabilizzatore automatico a livello di Eurozona che potrebbe essere adottato senza modificare il Trattato Ue.
La proposta era stata avanzata all’inizio del semestre europeo a presidenza italiana (luglio 2014) e successivamente perfezionato. Nello schema presentato da Padoan a gestire il Fondo potrebbe essere la Commissione Ue coordinando gli interventi con le autorità nazionali, interventi che scatterebbero in caso di crisi che determinano l’aumento del tasso di disoccupazione oltre una certa soglia. L’assicurazione contro la disoccupazione determinata da shock ciclici sarebbe di breve durata (6-8 mesi nelle ipotesi tecniche) e con un tasso di sostituzione del 40-50%, che potrebbe essere incrementato a livello nazionale. Ed è previsto un principio di condizionalità per i beneficiari dell’assicurazione all’interno dei programmi di politiche attive.
Uno stabilizzatore automatico di questa natura aiuterebbe - secondo il ministro - una più solida convergenza all’interno dell’Uem , che si doterebbe di uno strumento valido per prevenire shock asimmetrici come quelli innescati dalla lunga recessione. Il tasso di disoccupazione nell’Uem è attualmente al 10,5%, tre punti superiore ai livelli del 2007. «A settembre 2015 in Europa si contavano 6,5 milioni di disoccupati in più rispetto a marzo 2008» ha detto Padoan. Per il ministro si pone un «rischio di emarginazione sociale, che aumenta all’aumentare del periodo di disoccupazione». L’ammortizzatore europeo, se ben congegnato, potrebbe liberare risorse nazionali per affrontare la disoccupazione strutturale evitando trasferimenti permanenti da uno Stato membro a un altro e comportamenti di moral hazard delle imprese.