Il Sole 16.1.16
Unioni civili. Sulla stepchild adoption maggioranza a rischio
Scendono a 84 i senatori Pd favorevoli
Dodici i voti dal gruppo Autonomie. Il sì di Verdini
Renzi ammette: a decidere sarà il voto segreto
di Mariolina Sesto
ROMA
Sulla stepchild adoption rispunta il pallottoliere al Senato. Di certo
al momento c’è che a favore dell’adozione del figlio del partner
all’interno della coppia gay non c’è il quorum che determina la
maggioranza assoluta dell’aula, cioè 161 sì. E alla fine, come ha
ricordato lo stesso Matteo Renzi ieri nella sua e-news, sarà
probabilmente il voto segreto a decidere: «Mentre su molti punti
l’accordo mi sembra solido, ci sono questioni su cui ancora le distanze
sono ampie. E forse lo resteranno al punto che sarà il voto segreto,
tipico in discussioni sui diritti e sui valori, a definire le scelte».
Ma
stiamo ai numeri sulla carta al momento. Dopo la sottoscrizione
dell’emendamento sull’affido rafforzato (come alternativa alla stepchild
adoption) da parte di 28 senatori Pd, i voti democratici favorevoli
alla stepchild adoption si sono ridotti a 84. E i due fronti opposti
all’interno del gruppo dem sono del tutto trasversali agli orientamenti
religiosi. Tra gli oppositori ci sono parlamentari laici come Rosa Di
Giorgi, Linda Lanzillotta, Vannino Chiti e Pezzopane, così come tra i
sostenitori della stepchild ci sono cattolici come Giuseppe Lumia.
L’emendamento sull’affido rafforzato non è stato ancora depositato ma lo
sarà da qui al 22 gennaio, giorno in cui scade il termine per la
presentazione delle modifiche al Ddl Cirinnà in commissione. A dare man
forte agli 84 senatori Pd che difendono la stepchild adoption ci sono
poi 12 colleghi del gruppo Per le Autonomie e 14 del Misto comprendenti
Sel, Con Tsipras, Idv, ex M5S e Della Vedova; infine due senatori a
vita. A questo punto, il blocco di maggioranza che voterà con certezza
per la stepchild adoption conta su 112 senatori: 39 in meno rispetto
all’asticella della maggioranza assoluta. Vero è che nell’Aula del
Senato ci sono altri senatori che in cuor loro nutrono simpatie per
questo provvedimento, ma non essendo organici alla maggioranza
potrebbero alla fine far prevalere lo schieramento politico sulla scelta
di coscienza. In questo gruppo ci sono sicuramente i 35 senatori del
Movimento 5 Stelle (che però per il momento non hanno confermato il sì
al Ddl Cirinnà, già votato in commissione), così come almeno cinque
senatori di Forza Italia e 4 di Gal. A rimpinguare le truppe potrebbe
arrivare qualche sostegno dal gruppo Ala di Denis Verdini che conta su
17 senatori. Lo stesso Verdini si è schierato pubblicamente in favore
della stepchild adoption ma alcuni senatori del gruppo, tra i quali
D’Anna e Langella, sono scesi pubblicamente allo scoperto schierandosi
sì in favore delle unioni civili ma rigorosamente senza stepchild
adoption. Ad oggi, il fonte pro-adozioni potrebbe arrivare ad un massimo
di 122 sostenitori. Il voto segreto tuttavia potrebbe cambiare anche
sensibilmente questa previsione sia in positivo che in negativo.