giovedì 14 gennaio 2016

Il Sole 14.1.15
Prodi: «Berlino ha sbagliato e ha aggravato la situazione»
intervista di Giovanni Minoli

Presidente Prodi, da mesi Renzi dice no in Europa con il cappello in mano. Ha ragione?
Mi sembra ovvio, ma il cappello in mano ormai ce l’hanno tutti.
Negli ultimi anni è stata un’Europa dell’austerity a guida tedesca. È questa la politica che ha fallito?
È qualcosa di più. La guida tedesca ha sbagliato l’economia e quindi ha reso molto più grave la situazione. L’Europa è in una deriva di sfrangiamento, di dissoluzione. Se continua così è perché ogni paese fa la sua politica, col cappello in mano o senza.
Ma la Merkel ha fatto solo gli interessi tedeschi?
La Merkel ha fatto prevalentemente gli interessi tedeschi perché è ritornato il principio di nazione.
Adesso, dopo i fatti di Colonia, la stessa Merkel chiede aiuto. Non è un po’ tardi?
No, non chiede aiuto a tutti: fa un appello alla solidarietà che è quasi etica, morale, di comprensione.
Sono parole dice, parole inutili. Ma Schengen sembra non reggere più, quasi non ci crede più nessuno, proprio a partire dai paesi del Nord. È da lì che comincia il crollo dell’Europa?
Sì, ma non è che cominci da questo. Già con i lunghi anni della commissione Barroso il potere si è spostato dagli organi comunitari ai paesi. Applicando questa dura posizione su Schengen hanno cominciato a dare dei colpi molto gravi all’Europa perché Schengen, con la libertà di circolazione, è il simbolo dell’Europa.
Ma c’è anche un fatto culturale dietro questo fallimento?
Beh, c’è una scelta politica di ri-nazionalizzare tutte le decisioni.
È d’accordo con Napolitano: se salta Schengen salta tutto, il senso dell’Europa non c’è più?
Beh, a tutto si può sempre rimediare...
Senza esercito, senza politica estera e solo con l’Euro: ma che cosa resta dell’Europa dei popoli pensata dai padri fondatori?
Resta poco. Però tutti sapevano che esercito e politica estera sarebbero arrivati dopo, perché sono veramente l’ultima parte del concetto di stato. E poi la moneta non è solo una roba economica.
Kissinger dice: «L’Europa è un gigante economico, un nano politico e un verme militare». Si lega un po’ a quello che stiamo dicendo?
Beh, verme militare... Si è mantenuta la Nato come era prima, quando c’era il problema dell’Unione Sovietica. La Nato offre un ombrello totale all’Europa e gli europei dicono: perché dobbiamo spendere per l’esercito, quando ci sono gli americani che hanno basi dappertutto.
L’autonomia è sempre più lontana…
Ma certo, però questo non è solo un problema europeo, ma di rapporto tra Europa e Stati Uniti.
Ma perché è così difficile oggi sentirsi europei?
Dipende, non è che il sentimento europeo sia crollato del tutto.
Però i popoli sembrano più consapevoli dei governanti che così non si va da nessuna parte. Mancano i leader?
Oggi l’Europa non è più come la chiamavo io dieci anni fa una “unione di minoranze” in cui nessuno prevaricava, oggi c’è la Germania che nei Consigli europei detta la regola. Ma questa non è leadership, perché leadership vuol dire rendersi conto dei problemi di tutti. Gli americani finita la guerra hanno fatto il piano Marshall non perché facevano la carità cristiana ma perché intelligentemente capivano che dovevano comandare un gruppo forte, essere leader di un gruppo forte, la Germania non si rende conto di questo.
Ma lei ne vede di leader all’orizzonte in Europa?
No, non ne vedo.
Però, la Germania alimenta la rottura perché predica l’Unione ma poi fa accordi bilaterali sul gas con la Russia. E allora?
Questo è un fatto gravissimo che io solo ho denunciato già sei mesi fa. C’è una tensione forte sull’Ucraina fra Ue e Russia. La Germania non ne vuol sapere di attenuare le tensioni e fa con la Russia il più grande accordo economico sul gas.
Il massimo della contraddizione politica, gli interessi nazionali e basta!
Non solo, ma che cambia il futuro dell’energia europea perché tutta l’energia arriverà dalla Russia attraverso la Germania.
E quindi lì c’è il rubinetto!
Non solo, perché di gasdotti ne abbiamo già anche troppi. Il gasdotto del nord, quello che verrebbe raddoppiato, oggi lavora al 30% della capacità. Ma allora si vuole tagliar fuori e chiudere i gasdotti che passano attraverso l’Ucraina. Ma siamo matti! L’ho proposto mille volte e insisto: bisogna fare una società comune Europa-Russia-Ucraina, per regolare i gasdotti che passano attraverso l’Ucraina.
E quindi bisogna intanto togliere le sanzioni alla Russia?
Quelle non bisognava neanche metterle!
A proposito di queste rotture la Francia ha preso un’iniziativa militare in Siria, ma l’Europa non l'ha seguita. Un altro segno che ognuno si fa gli affari suoi?
Qui mi permetta di essere paradossale, ma cosa succede in questa Europa in cui le Nazioni ritornano a dominare? La Germania si è assunta il ruolo di presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia; la Francia, che è in una debolezza estrema, fa il Ministro della Difesa, però lo fa senza accordi. Dopodiché chiede solidarietà, che in alcuni casi si può anche dare proprio perché c'è tutta questa storia comune, ma la solidarietà va contrattata!
Sembra che l’Europa possa reggere solo quando c’è lo sviluppo, ma non ha strumenti e valori per affrontare le crisi politiche ed economiche. È così?
La crisi è una spinta che tira, ma non è che la crisi non faccia pensare, la crisi può essere una molla. Sull’Europa di lungo periodo sono ottimista, nel senso che se siamo divisi, siamo finiti. Agli studenti faccio sempre questo paragone: nel Rinascimento gli Stati italiani erano i più bravi di tutti in qualsiasi campo, banca guerra, tutto; poi è venuta la prima globalizzazione, cioè la scoperta dell’America, e non si sono uniti. Il risultato è stato che sono scomparsi dalla carta geografica per tre secoli e mezzo perché nessuno Stato era grande abbastanza per fare le caravelle, costruire le nuove navi. Ora è la stessa cosa: le nuove caravelle sono le grandi reti che girano attorno al mondo e lo circondano, sono Google, sono Apple, Alibaba, e sono tutte americane e cinesi. Se andiamo avanti così noi scompariamo e quindi io sono ottimista perché a un certo momento ci sarà una reazione.
De Gaulle diceva che l’Europa o va dall’Atlantico agli Urali oppure non va, quindi dev’essere un Europa con la Russia?
Dev’essere un’Europa in accordo con la Russia, un’unità con la Russia. La Russia membro dell’Unione è impensabile, perché dopo vi sarebbero due capitali, perché la Russia guarda anche all’Asia, perché la Russia ha una dimensione enorme. Quindi il nostro destino dev'essere un accordo con la Russia, ma non certo un’unione con la Russia.
Ma gli Stati Uniti sembrano sempre più lontani dall’Europa, basta pensare all’ultimo discorso di Obama. Insomma in prospettiva Putin è un punto di stabilità anche per l’Europa o no?
Guardi, gli Stati Uniti sono in una stranissima situazione psicologica con l’Europa. Nelle università americane si studia sempre meno l’Europa, si chiudono i centri di studi europei. C’è questa strana situazione un po’ perché tutto si sposta verso la Cina, un po’ perché è ritornata fuori la Russia, l’attenzione per l’Europa viene meno anche perché la pensano scontata.
Lei presidente è stato il leader europeo comunque che più di ogni altro ha voluto l’Europa a 28, cioè un’Europa unita e senza guerre? Ha sognato una cosa impossibile? Ha fatto un errore forse di velocità?
Ma no, forse avrei dovuto essere un po’ più veloce (ride, ndr).
Più veloce?
Lei pensi se la Polonia o l’Ungheria fossero come l’Ucraina. Se lasciavamo questi Paesi in balìa di nessuno... sarebbe (stato un disastro).
Mi sembra, per parlaci chiaro e chiudere, che lei comincia ad avere grandissimi dubbi sull’Europa come è diventata.
Certo, la stupidità umana più far finire tutti i più grandi progetti. In questo momento c’è uno scatenamento di stupidità, come se i piccoli Paesi, o anche i grandi, possano fare da soli nel mondo. Neanche la grande Germania lo può fare.
E quindi questa Europa che c'è oggi è destinata a morire così?
Se sta così è in mezzo al guado. Il problema è che dobbiamo andare sull’altra sponda; dobbiamo far più Europa, se no, come ho detto prima, scompariamo dalla faccia della terra.