sabato 30 gennaio 2016

il manifesto 30.1.16
Accuse pesanti ai soldati europei in Centrafrica
L'ennesimo scandalo. Caschi blu francesi e georgiani coinvolti in casi di stupro e abusi sessuali sui minori. L’alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussei: «Troppi di questi crimini continuano a restare impuniti»
di Rita Plantera

È un j’accuse auto-referenziale quello dell’Onu contro i caschi blu dell’Unione Europea in missione nella Repubblica Centrafricana accusati di sfruttamento e abusi sessuali sui minori. A denunciare i fatti — avvenuti tra dicembre 2013 e giugno 2014 in un centro per sfollati nei pressi dell’aeroporto di M’Poko nella capitale Bangui — sono state le stesse vittime durante le interviste condotte da due team dell’Onu nel corso delle ultime settimane. Quattro ragazze di età compresa tra i 14 e i 16 anni hanno raccontano di essere state stuprate e costrette ad avere rapporti sessuali con peacekeepers del contingente georgiano, mentre un ragazzo e una ragazza di 7 e 9 anni avrebbero fatto sesso orale con i soldati francesi dell’operazione Sangaris in cambio di una bottiglia d’acqua e un sacchetto di biscotti. Raccontano le violenze subite e testimoniano quelle a cui sono stati costretti altri bambini in ripetute occasioni dai soldati francesi.
L’alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussei si è detto ieri estremamente allarmato per le continue accuse di violenze sui minori contro le forze di pace dispiegate in Centrafrica: «Si tratta di accuse estremamente serie ed è cruciale che siano immediatamente e accuratamente investigate. Troppi di questi crimini continuano a restare impuniti».La scorsa settimana Zeid aveva sollevato casi analoghi con le autorità europee, georgiane e francesi che hanno garantito di aver avviato indagini o demandato i casi alle autorità giudiziarie competenti nei loro rispettivi Paesi. «Sono confortata dalle risposte iniziali che abbiamo ricevuto dai Paesi interessati, così come da parte dell’Unione europea» ha detto l’alto Commissario sottolineando che «troppi di questi crimini continuano a rimanere impuniti. Come sempre più casi emergono, implicando sempre più contingenti nazionali, è anche chiaro che tutte le forze militari straniere, sia dell’Onu sia non, devono svolgere azioni molto più efficaci per prevenire ulteriori abusi e sfruttamenti e non solo nella Repubblica Centrafricana».
In realtà, a essere sotto auto-accusa — per responsabilità indirette – sono le stesse Nazioni Unite o almeno alcuni suoi funzionari additati dagli stessi colleghi di complicità del tutto inaccettabili nei fatti denunciati più volte nel corso degli ultimi mesi. A scoperchiare il pentolone delle malsanità era stato ad aprile scorso Anders Kompass, direttore delle operazioni sul campo per l’Ufficio dell’alto Commissario per i Diritti Umani (Ohchr). Per aver lanciato l’allarme sugli abusi sessuali su minori da parte dei soldati francesi nella Repubblica Centrafricana e trasmesso documenti riservati alle autorità d’oltralpe, Kompass è stato sospeso per un breve periodo. Nelle prime interviste rilasciate dopo essere stato scagionato, l’alto funzionario ha rivelato come il personale Onu taccia anche se a conoscenza delle violenze ai danni di minori per timore di perdere il posto di lavoro. Lo sfruttamento sessuale è vietato da protocollo, ricorda Kompass, aggiungendo che di fatto però gli abusi sessuali sono «sostanzialmente tollerati» in Paesi come la Repubblica Centrafricana, dove gli operatori dell’Onu si sentono protetti da una certa cultura dell’impunità. In questo senso alcuni funzionari dell’Onu sarebbero colpevoli di coprire decine di casi di abusi sessuali contro donne e bambini da parte dei suoi operatori laddove invece dovrebbe attivarsi per porre fine a una cultura del silenzio tacito.
Per il portavoce per i diritti umani delle Nazioni Unite Rupert Colville «Quello che è evidente nella Repubblica Centrafricana è che quanto sta avvenendo è dilagante. Stiamo parlando di qualcosa come 10 contingenti, sia Onu e non, che è veramente scioccante». «Si tratta di un problema con gli eserciti, con le forze militari, e che per qualsiasi ragione non si sta facendo abbastanza per fermare quanto accade». Le condanne sono state «troppo, troppo poche», sostiene Colville. Il mese scorso, una commissione d’inchiesta indipendente ha accusato gli alti funzionari dell’Onu di aver abusato della loro autorità omettendo di prendere provvedimenti contro soldati di Francia, Guinea Equatoriale e Ciad accusati di abusi sessuali su minori nel 2013 e nel 2014 nella Repubblica Centrafricana.