il manifesto 29.1.16
“Tre italiani su quattro contro la riforma”
Eurispes
mette sull'avviso il presidente del Consiglio: la sua ansia
riformatrice può scontrarsi con gli italiani, possibili sorprese al
referendum
«L’ansia riformatrice del nostro presidente
del Consiglio deve fare i conti con una “complessità culturale” del
paese che forse viene sottovalutata e che potrebbe riservare, al momento
opportuno, qualche sorpresa». Lo scrive l’Eurispes nel 28° «Rapporto
Italia» presentato ieri. E certo la «sorpresa» potrebbe essere assai
brutta per Matteo Renzi se il «momento opportuno» dovesse essere il
prossimo referendum sulle riforme costituzionali. Una consultazione
sulla quale il presidente del Consiglio ha deciso di giocarsi tutto.
L’analisi
dell’Eurispes si allarga a tutte le «riforme» annunciate o realizzate
dal governo negli ultimi due anni, e mette in luce come «il carattere
ambiguo degli italiani» potrebbe mettersi di traversi perché «da una
parte invocano il cambiamento e dall’altro lavorano perché le cose
restino come sono per timore di vedere messe in discussione posizioni,
anche di rendita, nel tempo conquistate». Uno schema manicheo che di
certo non dispiacerà a Renzi dal punto di vista dell’analisi, visto che
lo descrive come un innovatore a tutto tondo, ma che probabilmente lo
preoccupa perché fa il paio con alcuni sondaggi recenti proprio sulle
intenzioni di voto al referendum. Anche l’Eurispes dà i suoi numeri, e
sostiene che «la riforma del senato, nonostante il chiaro intento di
rendere meno lunghi i processi legislativi e più snello il nostro
sistema, con un risparmio anche in termini economici, viene accolta
positivamente solo dal 26,3% mentre si mostra contrario il 73, 3%».
Numeri identici «in parallelo» per la riforma della legge elettorale,
anche questa «raccoglie lo stesso consenso (26,3%) e lo stesso grado di
scontento (73,6%)». E va appena un po’ meglio per il Jobs act (70%
contrari) e la riforma della scuola (71,2% contrari). In definitiva,
scrive l’Eurispes, «la situazione politico-istituzionale appare fluida e
non del tutto chiara» anche perché «le riforme annunciate scontano
l’avversione di un ampio fronte parlamentare».