Corriere 27.1.16
Usa
Le star non bastano più
I ragazzi snobbano Hillary, meglio il socialista Sanders
di Massimo Gaggi
NEW
YORK «They have all come to look for America»: l’ultimo spot tv della
campagna di Bernie Sanders prima del voto in Iowa e New Hampshire non
contiene promesse elettorali, non parla di programmi. Solo la musica e
le parole di America di Simon & Garfunkel mentre scorrono
immagini delle fattorie del Mid-West, della costa atlantica americana,
scene familiari e poi immagini di centinaia di migliaia di supporter del
politico progressista del Vermont che affollano i suoi comizi.
Mentre
Hillary Clinton cerca, per ora senza successo, di far breccia tra i
giovani democratici che le preferiscono Sanders, il senatore
socialdemocratico appena sbarcato nel partito di Obama comincia a
corteggiare la generazione dei baby boomers , i cinquantenni e
sessantenni ormai sopravanzati dai millennials (i trentenni) nel mondo
del lavoro, ma che demograficamente sono ancora la generazione più
consistente come numeri. E anche quella elettoralmente più importante,
visto che gli anziani votano molto più dei giovani.
La ex first
lady, raggiunta da Sanders nei sondaggi in Iowa e superata in quelli del
New Hampshire, ha cercato di recuperare terreno tra i ragazzi dandosi
un’immagine più sbarazzina e ottenendo l’ endorsement di cantanti come
Katy Perry e Demi Lovato e quello di attrici come Lena Dunham:
personaggi cari al pubblico giovanile. La maggior parte di loro però,
continua a preferire il vecchio socialista del Vermont, un senatore che
sta per compiere i 75 anni, all’ex Segretario di Stato: i sondaggi
dicono che il 68 per cento dei democratici di età compresa tra i 18 e i
24 anni preferisce Sanders, mentre solo un giovane democratico su cinque
si dice a favore di Hillary Clinton.
Lo zoccolo duro della ex
first lady è quello degli americani meno giovani: tra gli elettori sopra
i 45 anni Hillary raggiunge il 60 per cento dei consensi, mentre
Sanders si ferma al 33. Per questo la campagna del senatore sta cercando
di fare breccia nel cuore dei boomers , vecchi sentimentali, eterni
Peter Pan invecchiati quasi senza accorgersene. Cosa meglio delle
malinconiche melodie di Simon & Garfunkel? I due musicisti, che
da tempi immemorabile litigano su tutto e che hanno separato i loro
destini su una cosa sono d’accordo: il sostegno a Bernie Sanders.
«Bernie
mi piace» ha spiegato Art Garfunkel alla stampa americana, «e piace
anche a Simon, noi siamo liberal . Mi piace la sua battaglia, mi piace
la sua dignità. Ha ragione a denunciare le diseguaglianze economiche e a
criticare la Clinton che incassa 275 mila dollari per un discorso».
Il
team della campagna dell’ex first lady accusa il colpo, ma cerca subito
di contrattaccare accusando Sanders di ignorare le minoranze etniche:
«Sembra che per lui i neri non contino», sostiene David Brock, un
dirigente di Correct the Record, una SuperPAC (cioè un’organizzazione
politica con obiettivi non esplicitamente elettorali) che fiancheggia la
campagna della Clinton. Nello spot, notano nel quartier generale di
Hillary, si vedono quasi solo uomini e donne bianchi, «potrebbe essere
un pezzo della campagna di Trump».
Mentre gli strateghi elettorali
dei due fronti cominciano ad azzuffarsi nell’imminenza della sfida del
voto, Hillary cerca di recuperare tra i giovani anche adottando una
mimica molto più pronunciata. L’altra sera, sul palcoscenico del «town
hall meeting» organizzato dalla Cnn, ha riso in continuazione, agitato
le braccia, fatto mossette con le spalle, distribuito occhiate d’intesa.
Servirà a qualcosa?