lunedì 25 gennaio 2016

Corriere 25.1,16
L’avanzata della destra mette in difficoltà Merkel
di Danilo Taino

Sarà che Angela Merkel è andata troppo a sinistra? Parecchi pensano che si sia scoperta eccessivamente sul lato destro, con la gestione del flusso di rifugiati. E dicono che ciò può essere un pericolo per la Germania. È che l’idea di un consistente partito a destra dei conservatori dell’Unione Cdu-Csu ha sempre mandato brividi lungo la spina dorsale dei tedeschi post-bellici.
Ora, potremmo esserci. Un sondaggio pubblicato ieri dalla Bild ha registrato il 10% dei consensi per la Alternative für Deutschland (AfD), se si votasse oggi a livello nazionale. Un sondaggio dei giorni scorsi è arrivato a prevedere un 11%. Non era mai successo che un partito di destra estrema raccogliesse favori a doppia cifra: dalle prime elezioni democratiche del 1949, anzi, nessun partito del genere ha mai nemmeno superato la soglia di sbarramento del 5% necessaria per entrare al Bundestag.
La Germania — Ovest prima e riunificata dopo — è da sempre un Paese che si governa al centro, qualche volta tendente a destra, qualche volta a sinistra. Le ali estreme sono state o inesistenti o ritenute fuori dalla governabilità, come la Linke (originariamente socialdemocratici dissidenti ed ex comunisti dell’Est).
L’avanzata della AfD non minaccia per ora questa regola: c’è sempre un centro maggioritario, a costo di grandi coalizioni. Tende però a spostare dibattito e scelte politiche. Per non lasciarle spazio, una parte dei conservatori dell’Unione Cdu-Csu vorrebbero fare proprie alcune sue parole d’ordine, non quelle xenofobe ma almeno quelle di netta limitazione del numero dei rifugiati a cui dare asilo.
Molti pensano che il fenomeno AfD sia passeggero (solo il 2% delle donne la voterebbe, contro il 17% degli uomini). Però mette in difficoltà l’idea del Partito della Nazione di Merkel, quello che finora ha ingoiato temi conservatori, socialdemocratici, verdi, indifferentemente, ma ha lasciato fuori l’estrema destra.