lunedì 25 gennaio 2016

Corriere 25.1.16
Diplomazia vaticana
L’incontro di Hassan Rouhani con il Papa
La rete di Francesco (dalla Cina ai sauditi)

CITTÀ DEL VATICANO Con la consueta discrezione, la diplomazia vaticana lavora a pieno ritmo e si prepara a una settimana di respiro planetario, dal Medio Oriente alla Cina. Mentre una delegazione di Pechino è in arrivo in Vaticano, papa Francesco accoglierà domattina il presidente iraniano Hassan Rouhani nel momento di massima tensione tra Teheran e l’Arabia Saudita, e questo una settimana dopo aver ricevuto l’invito a visitare la Grande moschea di Roma dal suo presidente, l’ambasciatore saudita a Roma Rayed Krimly: una visita, in primavera, tanto più importante se si considera che la Santa Sede non ha relazioni diplomatiche formali con il Regno saudita. Con l’Iran, invece, i rapporti non furono interrotti neppure dalla rivoluzione di Khomeini. Il Vaticano insiste sul ruolo di Teheran per affrontare le crisi in Siria e Iraq e nella lotta all’Isis. All’Onu, in settembre, Francesco ha elogiato l’accordo sul nucleare iraniano. Il nunzio a Teheran non esclude che Rouhani possa invitare Francesco in Iran, come già Paolo VI nel 1970. Ma la strategia del dialogo di Francesco guarda anche alla Cina, una priorità per il primo Papa gesuita: «Se ci andrei? Domani!». L’arrivo della delegazione cinese segue il viaggio a Pechino di quella vaticana a metà ottobre. Si cerca un accordo sull’annosa vicenda della nomina dei vescovi. E il traguardo non è mai stato così vicino. «In Cina abbiamo una sola Chiesa, con una comunità ufficiale e una clandestina», diceva l’arcivescovo Claudio Maria Celli due settimane fa, alla presentazione di un libro sul tema in Vaticano. Mentre l’autore del libro, Chiaretto Yan, sorrideva: «Un incontro tra il Papa e il presidente Xi? Io penso che potrà avvenire. I segnali positivi ci sono».