Corriere 24.1.16
Lo spartito che governa gli automatismi nervosi
di Rosario Sorrentino
La
nostra vita è un’esibizione continua, estemporanea realizzata
rispettando uno spartito che non c’è, che ognuno di noi esegue,
liberamente, improvvisando con il suo metodo e la sua tecnica. Mentre
cammino una persona si rivolge a me chiedendomi di indicarle qual è la
strada più breve per recarsi in un luogo. Inizio subito a spiegarle, con
gesti e parole, quello che per me è il percorso più semplice.
Quali
sono in quel momento le componenti del cervello che «parlano»,
prevalgono e ci consentono di orientarci e di produrre, in modo
automatico, una pronta risposta? Sono soprattutto il nostro inconscio e
la memoria implicita, una «memoria pret-à porter», di pronto utilizzo;
il tutto però coadiuvato dal «Gps», un circuito di neuroni da poco
scoperto dentro di noi, nell’ippocampo, un po’ l’archivio dei nostri
ricordi, che, come è stato dimostrato, da neuroscienziati insigniti con
il Nobel, è un circuito che funziona come una sorta di navigatore
silenzioso, consentendoci di «vedere» la mappa del luogo, così da
orientarci in modo virtuale immaginando il tragitto da compiere.
Sono
informazioni, queste, che entrano nella nostra coscienza rendendoci
consapevoli della direzione da raggiungere, sfruttando le coordinate,
l’itinerario migliore riguardo l’ambiente in cui ci troviamo. Quando
comunichiamo con gli altri e nei mille gesti che compiamo ogni giorno
siamo un po’ tutti dei «jazzisti» senza saperlo, jazzisti per caso
grazie a un repertorio, un flusso di idee e pensieri che affiora alla
mente, che ci sostiene nelle situazioni più disparate. E questo accade
per esempio, quando guidiamo, quando schiviamo un pericolo, oppure
quando rispondiamo «a braccio» alle domande che ci vengono poste. Il
tutto si regge su una routine automatica improvvisata, grazie
all’utilizzo di specifici circuiti nervosi; la nostra azione, qualunque
essa sia, è prima appresa consapevolmente dalla nostra coscienza e poi
programmata per essere successivamente riprodotta con modalità inconsce,
perché già collaudata e più volte eseguita.