Corriere 23.1.16
«Non tagliateci il vitalizio» La ribellione degli ex eletti
di Virginia Piccolillo
ROMA
«Decurtare il vitalizio? Ma ormai abbiamo tutti più di 70 anni e c’è
una morìa molto alta. L’anno scorso se ne sono andati quasi in 100...».
La vede così Gerardo Bianco, storico democristiano della Prima
repubblica, fra i fondatori del Ppi, latinista. Audito in commissione
Affari costituzionali, come presidente dell’Associazione degli ex
deputati e senatori ha levato alto un monito: «Ricevo pacchi di lettere
da personalità che hanno avuto incarichi di grande rilievo
istituzionale: sono terrorizzati. Per alcuni è l’unico sostentamento.
Già è stato decurtato per il prelievo di solidarietà. Nessuno ha
obiettato nulla. Si può anche aumentare. Ma se continuiamo a tagliare ci
sarà bisogno di una legge Bacchelli per i parlamentari». In
commissione, l’ex ministro della Pubblica istruzione, martedì scorso, ha
ribaltato tutte le accuse di privilegio che piovono sui titolari del
vitalizio. Ipotizzando un attacco alle prerogative costituzionali e
denunciando una «discriminazione rispetto agli altri cittadini».
Addirittura? «Il vitalizio — spiega — non è una pensione. Ma una sorta
di assicurazione che la Costituzione assegna ai parlamentari come
garanzia di indipendenza». E poi la riforma delle pensioni, compresa la
Fornero del 2011, «hanno fatto salvi i diritti dei cittadini maturati
prima della loro entrata in vigore». E con il ricalcolo contributivo dei
vitalizi in corso di erogazione, «ai parlamentari è negato ciò che si
riconosce, invece, a tutti». Anche il presidente del Coordinamento delle
Associazioni di consiglieri ed ex consiglieri regionali, Aldo Bottin,
ha bocciato le proposte. Obiezioni che non hanno fatto cambiare idea al
firmatario della proposta di legge costituzionale e presidente della
commissione Andrea Mazziotti (Scelta civica) che ieri a i
lfattoquotidiano.it ha detto: «Le argomentazioni sono comprensibili e
alcune anche corrette, ma, come ha confermato il professor Beniamino
Caravita di Toritto, il Parlamento ha il potere di legiferare su
vitalizi e pensioni di parlamentari e consiglieri e la legge può
prevedere anche interventi che tocchino i “mitici” diritti acquisiti, a
condizione che gli interventi siano giustificati, proporzionali e
ragionevoli. L’obiettivo è proprio questo: intervenire sulle situazioni
di privilegio con disposizioni eque, ragionevoli e proporzionate».