sabato 23 gennaio 2016

Corriere 23.1.16
L’inchiesta
Obbligazioni rischiose anche ai risparmiatori «Etruria, decise il cda»
Il liquidatore: dichiarare subito lo stato di insolvenza
di Fiorenza Sarzanini

ROMA La decisione di vendere le obbligazioni subordinate di Etruria anche ai piccoli risparmiatori fu presa dai vertici della Banca. Nonostante le «raccomandazioni» degli organi di Vigilanza affinché ci si rivolgesse ai clienti istituzionali, furono date indicazioni per il rastrellamento del denaro proponendo un investimento tanto rischioso anche a chi non aveva gli strumenti di conoscenza per comprendere quanto alto fosse il pericolo di perdere i propri soldi. È questa la convinzione dei magistrati che indagano sul dissesto dell’Istituto di credito, al termine del primo esame delle denunce di chi si è ritrovato «in rosso» dopo il decreto del governo del 22 novembre scorso. I componenti degli ultimi due cda adesso rischiano grosso. Nella richiesta dello stato di insolvenza presentata dal liquidatore Giuseppe Santoni si chiede infatti di procedere «senza svolgere ulteriori approfondimenti», aprendo così la strada alla nuova inchiesta per bancarotta fraudolenta nei confronti dell’ultimo consiglio di amministrazione presieduto da Lorenzo Rosi e dai suoi vice Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre della ministra per le Riforme, Maria Elena.
Le verifiche sulla gestione dell’Istituto di credito aretino si muove dunque sul doppio binario. Da una parte si verifica l’operato dei componenti del Cda e dei manager che nel 2013 gestirono una crisi patrimoniale tanto grave da arrivare al fallimento. Dall’altra, ci si concentra sui loro successori che — questo dice Santoni — continuarono a utilizzare il patrimonio della banca anche seguendo interessi personali e proseguendo in quell’opera di dissesto nonostante le indicazioni e «suggerimenti» che provenivano da Bankitalia. Il tribunale di Arezzo deciderà l’8 febbraio prossimo: la possibilità di un coinvolgimento di Rossi, Berni e Boschi appare adesso ben più concreta.
In attesa del «verdetto» il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, ha delegato per questo gli investigatori della Guardia di Finanza ad acquisire tutte le comunicazioni tra direzione generale e filiali per individuare i componenti della «catena di comando» che diede le indicazioni sulla politica da adottare per cercare di risanare i conti. Il reato ipotizzato per questo filone d’inchiesta è la truffa, proprio come a Civitavecchia dove è stato aperto un fascicolo dopo la morte di Luigi D’Angelo, il pensionato che si è suicidato quando ha scoperto di aver perso 11 mila euro. Sono decine gli esposti già arrivati, affidati a un pool di quattro pubblici ministeri. Saranno convocati tutti coloro che hanno presentato denuncia e poi si acquisirà il «fascicolo» bancario di ognuno proprio per le verifiche di ogni passaggio.
Il quadro appare comunque già delineato e riporta al 2013 quando i conti di Etruria erano già disastrosi. Analizzando le date delle convocazioni dei clienti effettuate dai funzionari delle varie filiali, è stato notato che sono tutte molto ravvicinate e proprio questo ha alimentato il sospetto che dal vertice sia arrivata una vera e propria direttiva. Il resto lo hanno fatto i dettagli contenuti nei vari esposti sulle modalità degli investimenti e soprattutto sulle comunicazioni inviate prima degli incontri negli uffici della banca, per informarli di aver modificato il loro «profilo». Una procedura seguita anche nel caso di Luigi D’Angelo. Sono stati gli specialisti del Nucleo Valutario — delegati all’indagine dal pm di Civitavecchia Alessandra D’Amore — a sequestrare la documentazione sul suo acquisto di obbligazioni. E hanno accertato che due mesi prima dell’acquisto delle obbligazioni l’uomo era stato giudicato cliente con un alto livello di affidabilità, requisito necessario per giustificare un investimento così rischioso. Le prime verifiche avvalorano l’ipotesi che la decisione di coinvolgere anche i piccoli risparmiatori sia stata presa agli inizi del 2013 e messa in pratica ad aprile. Ma che nei mesi successivi si sia continuato a rassicurare gli investitori nonostante Etruria fosse ormai in una situazione disastrosa.