Corriere 23.1.16
«Era musulmana». E il prete non benedice la salma
Il prete anti immigrati a Savona: «Lo impone il diritto canonico». Vano l’intervento del vescovo
intervista di Riccardo Bruno
Don Angelo Chizzolini, è pentito?
«Assolutamente no».
Durante
i funerali di una coppia vittima dello scoppio di una palazzina, non ha
benedetto la salma della moglie, Aida Bellamoudden?
«Era impossibile farlo».
Perché era islamica?
«Lo impone il codice di diritto canonico».
Anche se la donna aveva iniziato un percorso di conversione...
«Non ho niente da aggiungere. Chiedete al vescovo Borghetti. Buona serata».
Don
Angelo, parroco ad Arnasco, 600 abitanti nell’entroterra di Savona, non
si scompone anche dopo la bufera che lo ha investito ieri pomeriggio.
In quattro mesi è la seconda volta, tanto che per i media è ormai, con
sintesi impietosa, il «sacerdote anti immigrati». A settembre, quando
Papa Francesco invitò ad aprire le chiese ai disperati in fuga, alcuni
fedeli riportarono un suo giudizio non proprio misericordioso: «Non
voglio averli, piuttosto brucio la canonica». Anche se il giovane
sacerdote poi smentì di aver mai detto quelle parole. Precisando:
«Evangelicamente bisognerebbe accogliere, è vero, ma nei paesi ci sono
problemi concreti, non abbiamo spazio». In quel caso il vescovo di
Albenga e Imperia, Guglielmo Borghetti, lo difese: «È stato soltanto un
equivoco».
Ieri pomeriggio don Angelo era chiamato a officiare il
funerale di due delle cinque vittime dell’esplosione avvenuta per una
fuga di gas la settimana scorsa: di Dino Andrei, 76 anni, e della moglie
marocchina Aicha, 56 anni. La donna aveva intrapreso un percorso di
conversione, anche se non era ancora battezzata. Per questo il vescovo
aveva permesso che il funerale della donna fosse celebrato in chiesa
insieme a quello del marito. «Me lo aveva chiesto anche la famiglia
della vittima — spiega al Corriere monsignor Borghetti — Anche se a
rigore non sarebbe stato possibile, ho autorizzato lo stesso il funerale
come atto di distensione, di accoglienza. E avevo suggerito a don
Angelo un po’ di buonsenso». Evidentemente non ha seguito il consiglio.
«Devo ancora approfondire cosa è successo. È un prete giovane,
probabilmente ha applicato le regole in modo ferreo. Mi dispiace, perché
così è stato offuscato lo spirito iniziale». È il secondo incidente in
pochi mesi, e il vescovo promette di intervenire. «Sicuramente faremo
una bella chiacchierata», dice monsignor Borghetti, anche se invita a
non creare un «caso sproporzionato, rispetto a quanto è accaduto».
Il
sindaco del paese, Alfredino Gallizia, era in chiesa come gran parte
dei suoi concittadini: «Ho provato sconcerto, come tanti altri. Sapevo
che don Angelo non voleva celebrare il funerale, ma poi il vescovo
gliel’ha imposto. A quel punto tutti si aspettavano un epilogo diverso. E
invece, non solo non ha benedetto la salma, ma non l’hai mai neppure
nominata. Sapendo che finiva così, era meglio non farlo il funerale».