Corriere 21.1.16
La discussione sul Sud. Il brigantaggio in italia
risponde Sergio Romano
Ho
letto la sua risposta in merito alla «Guerra del brigantaggio» e sono
rimasto deluso perché la ritengo incompleta. Ha infatti parlato di come è
stato combattuto questo fenomeno (che si manifestò ben oltre il 1865) e
delle conseguenze del brigantaggio nell’Italia Meridionale; ma non ha
spiegato il perché è divampato, eludendo in tal modo la vera domanda del
lettore. Quella è stata, invece, una rivolta delle popolazione
meridionali, che tanto merito hanno avuto nell’unità d’Italia, provocata
dalle tradite aspettative, soprattutto per la delusione del come
venivano ripagati. I criminali di guerra, i genocidi e quant’altro, li
commettono sempre gli «sconfitti», mai gli eserciti vincitori!
Giuseppe Cordova
Caro Cordova,
Prima
della sua lettera ne abbiamo ricevute altre, spesso critiche della
risposta con cui ho involontariamente suscitato una discussione sul
ruolo del Mezzogiorno nell’unità nazionale e sulla politica meridionale
del governo centrale. In una di esse, in particolare, il lettore mi
rimprovera una «mancanza di obiettività». Altri sostengono che le parole
di Cavour sul letto di morte non sono autentiche e che i suoi giudizi
sono comunque partigiani. Altre ancora sostengono che Gladstone rivide e
corresse le dure critiche indirizzate ai Borbone dopo il suo viaggio
napoletano. Quasi tutte, infine, elencano gli innumerevoli misfatti che
sarebbero stati compiuti dalle truppe del generale Cialdini durante la
fase della repressione.
Questi scambi di vedute sul Risorgimento e
il Mezzogiorno non sono nuovi. Appartengono alla storia nazionale e
sono, per qualche aspetto, la versione italiana delle animate
discussioni che agitano periodicamente gli Stati Uniti sull’uso della
bandiera confederale negli Stati del Sud. Ma sono anche uno specchio del
clima politico e sociale del Paese. Vi sono stati momenti in cui il
clima era quello dei grandi riformatori illuminati, settentrionali e
meridionali, da Giustino Fortunato a Umberto Zanotti Bianco, che non
hanno mai smesso di battersi per il riscatto del Sud. E ve ne sono stati
altri in cui i sentimenti prevalenti erano la delusione, il reciproco
dispetto, la convinzione che l’appartenenza a una casa comune non avesse
giovato né a una parte né all’altra. Vi sono stati momenti in cui la
lotta contro la mafia e la camorra è stata una battaglia comune. Ve ne
sono stati altri in cui mafia e camorra sono stati percepiti come
sintomi di una differenza insanabile.
Questo è probabilmente uno
dei momenti peggiori e la responsabilità è in buona parte della Lega.
Dietro il suo patriottismo padano non era difficile intravedere una
insopportabile vena razzista. A questo «razzismo» del Nord il Sud ha
reagito con dignità e con molte legittime rivendicazioni, ma anche
ingrandendo i meriti dello Stato borbonico e dimenticando le piaghe, fra
cui il brigantaggio e l’analfabetismo, che hanno grandemente pesato sul
suo sviluppo. Forse gioverebbe a tutti ricordare che l’Italia non è né
la Gran Bretagna, né la Spagna, dove Scozia e Catalogna possono
probabilmente sopravvivere alla rottura dell’Unità nazionale. In Italia
abbiamo tutti interesse a stare insieme.