Corriere 21.1.16
Immigrati, Merkel e la mossa del riccio per ridurre i flussi
di Danilo Taino
È
un passaggio politico giocato continuamente in difesa, quello che
stanno attraversando Angela Merkel e il governo tedesco. La decisione di
ieri dell’Austria di mettere un numero, anche se non rigido, ai
profughi a cui darà asilo nei prossimi quattro anni è riverberato
immediatamente in Germania. La cancelliera lo ha sentito citare ad alto
volume nella sua visita a Wildbad Kreuth, sulle Alpi bavaresi, dove era
in corso la riunione a porte chiuse del vertice della Csu, il partito
gemello della sua Cdu, e alleato di governo, che da tre mesi sta
conducendo un attacco incrementale alla scelta di aprire le porte ai
rifugiati. Non ha potuto fare altro che incassare le critiche e ribadire
la sua posizione, cioè che quest’anno farà tutto affinché il flusso di
immigrati si riduca in misura «apprezzabile e sostenibile» rispetto agli
1,1 milioni del 2015. In questa strategia di arroccamento, ieri ha
giocato un ruolo la parola «tetto». Quello austriaco non è un tetto ma
un numero che ha un «valore indicativo», cosa diversa, ha detto Peter
Altmeier, capo della cancelleria e forse l’uomo politico più vicino alla
signora Merkel. Per dire che la richiesta dei conservatori bavaresi
della Csu di mettere un limite (200 mila) al numero di asili che la
Germania può concedere nel 2016 non è condivisa a Berlino e tutto
sommato non è nemmeno quello che ha deciso Vienna. Mossa del riccio, la
si può chiamare. Solo un po’ meno difensivo Steffen Seibert, il
portavoce della cancelliera: «Il governo continua a puntare a una
soluzione europea». È che Frau Merkel resiste a chi chiede di mettere un
tetto agli arrivi: dice che non è possibile farlo senza chiudere le
frontiere, e ciò sarebbe un colpo durissimo a Schengen e alla Ue.
Qualcosa in positivo, però, dovrà fare. Ieri ha citato tre appuntamenti:
venerdì presiederà a Berlino un incontro tra i governi tedesco e turco,
a inizio febbraio ci sarà a Londra la conferenza dei donatori ai
rifugiati nei campi in Turchia e a metà del mese prossimo il summit Ue
sui rifugiati. Gran movimento, insomma: anche il presidente Gauck ieri
ha detto che ridurre i flussi è politicamente essenziale. Al momento, la
posizione della cancelliera non è in pericolo. Ha però due o tre mesi,
tra appuntamenti internazionali, sfide in Parlamento ed elezioni in tre
regioni a marzo, per dimostrare di poter limitare l’ondata di profughi
e, soprattutto, di essere in controllo della situazione politica.