Corriere 21.1.16
L’offensiva dei cattodem: l’utero in affitto sia reato anche per chi va all’estero
Family day spostato al Circo Massimo: saremo un milione
di Alessandra Arachi
ROMA
In gergo si dice «utero in affitto». In termini più tecnici: maternità
surrogata. Bene: l’idea è di estendere il reato già vigente in Italia
anche per chi va a fare questa pratica all’estero. Un reato punito con
l’arresto dai sei a dodici anni e vale sia per le coppie omosessuali che
per quelle eterosessuali. La proposta è contenuta in un emendamento del
Partito democratico al testo sulle unioni civili, primo firmatario il
senatore Gianpiero Della Zuanna.
Un emendamento all’articolo 5
della legge quello della stepchild adoption . «Appena presentato abbiamo
già raccolto decine di firme», dice Della Zuanna che punta a
coinvolgere tutto il gruppo su un tema che viene condiviso anche dal
gruppo Ncd, così come ha scritto ieri su Twitter il senatore centrista
Maurizio Sacconi.
Il termine per presentare gli emendamenti scade
il 22 gennaio e ieri sera anche i deputati del Pd si sono riuniti per
mettere nero su bianco le loro obiezioni, visto che l’accordo è di
cercare di evitare cambiamenti alla Camera del testo che verrà
licenziato al Senato.
Alla riunione ha partecipato anche Luigi
Zanda, capogruppo pd al Senato. «Non abbiamo messo sul tavolo lo
stralcio della stepchild adoption », dice Ernesto Preziosi, deputato dem
cattolico firmatario del documento dei «37» per la modifica
dell’articolo 5, quello che prevede appunto l’adozione del figlio
biologico del compagno, un punto assai controverso sul quale ieri ha
avuto un’apertura importante il leader di Forza Italia. Ha detto infatti
Silvio Berlusconi: «Sulle adozioni lascio libertà di coscienza perché
credo che ognuno abbia il diritto di seguire la propria strada». In
realtà il gruppo di Forza Italia al Senato è piuttosto compatto per il
no.
Il testo arriverà in aula, a palazzo Madama, il 28 gennaio. E i
fronti opposti stanno scaldando i motori: il prossimo 23 gennaio ci
saranno manifestazioni in almeno settanta piazze in tutta Italia degli
atti visti a favore del disegno di legge Cirinnà e non disponibili a
compromessi al ribasso. Sabato 30 gennaio sarà invece la volta del
Family day per il quale ieri è stato chiesto (e ottenuto) il Circo
Massimo a Roma visto che piazza San Giovanni veniva considerata non
abbastanza grande: gli organizzatori dicono di aspettarsi almeno un
milione di persone.
Ieri un sostegno indiretto è giunto anche dai
vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta che hanno auspicato un’«ampia
partecipazione» al Family day. «Sarà una grande manifestazione di
popolo, ma ci parteciperanno anche molti giuristi, notai, avvocati e
giudici minorili», dice Alfredo Mantovano, lui stesso giudice della
Corte d’Appello di Roma che ha firmato un documento di giuristi
cattolici contrati alla legge. «Un appello che ha raggiunto quota
trecentocinquanta firme», garantisce Mantovano, ex viceministro agli
Interni.
Anche Adriano Celentano ha voluto intervenire sulle
unioni civili, sul suo blog: «Giusti i diritti civili anche nelle unioni
omosessuali, i diritti individuali, perché il matrimonio è solo tra
uomo e donna, altrimenti si chiamerebbe “patrimonio”».