Corriere 20.1.16
Cultura araba e visionari: il nuovo Salone
di Cristina Taglietti
Torino
Il Salone del libro di Torino è dei visionari. A cominciare,
probabilmente, dalla presidente Giovanna Milella e dal direttore Ernesto
Ferrero che hanno saputo guardare oltre le polemiche, i problemi
finanziari, i bilanci in crisi e immaginarsi un possibile Salone 2016
che avrà come tema conduttore proprio «Visioni». Già questo — che la
rassegna internazionale si facesse — non era così scontato. Invece si
farà: dal 12 al 16 maggio al Lingotto, con due nuovi soci (il Miur e
Intesa Sanpaolo già confermati) e un altro (Unicredit) che finalizzerà
l’accordo a breve. «Fin da subito abbiamo lavorato non solo sui
contenuti ma anche sui conti», ha detto la presidente che ha parlato del
lavoro di risanamento fatto per «mettere in sicurezza il Salone».
Ernesto Ferrero ha stigmatizzato i «processi mediatici» che hanno
dipinto il Salone come «luogo di nefandezze, malagestione, sprechi»
cancellando «il lavoro di molti anni che lo ha portato a diventare
un’eccellenza nazionale». «Per favore, adesso voltiamo pagina», ha detto
prima di ringraziare per il lavoro fatto nella lunga gestione passata
Rolando Picchioni, ex presidente accusato di peculato.
Mentre non
ha confermato l’International Book Forum dedicato allo scambio dei
diritti («dipenderà dalle risorse»), la presidente ha annunciato alcune
nuove iniziative, come quella che vedrà al centro i giovani, chiamati a
un «Ted», una formula veloce e significativa in cui raccontare
esperienze positive. O come l’incontro tra la ministra dell’Istruzione,
Stefania Giannini, e il ministro per i Beni culturali, Dario
Franceschini. O ancora l’avvio di una grande «enciclopedia digitale» che
valorizzi l’enorme archivio del Salone facendo sistema con altri, come
quello di Teche Rai o Istituto Luce. Due eventi speciali saranno la
mostra dei Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci e quella dei
documenti dello storico Piero Melograni sulla Prima guerra mondiale.
Come già anticipato, nessun Paese ospite, dopo la marcia indietro
sull’invito all’Arabia Saudita, ma un più ecumenico focus sulla
letteratura e cultura araba, dal Marocco all’Iraq.
«La letteratura
intesa come rifugio, portatrice di diritti, luogo di dialogo e di
confronto — ha detto Ferrero — utile a compilare una sorta di
vocabolario dell’Arabo nuovo». Per lavorare su questo è stato chiamato
un gruppo di arabisti italiani e internazionali che fanno capo a Paola
Caridi e Lucia Sorbera. Tra gli ospiti già confermati: il direttore del
Museo del Bardo di Tunisi, Moncef Ben Moussa, il poeta siriano Adonis,
il narratore algerino Yasmina Khadra. Tra i «visionari» capaci di
guardare lontano, di vincere sfide considerate impossibili saldando
cultura scientifica e cultura umanistica, Ferrero e la sua squadra hanno
già arruolato lo storico Carlo Ginzburg; il fisico Roberto Cingolani,
direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia di Genova, centro
avanzato di robotica e nanotecnologie; Guido Tonelli, responsabile
dell’esperimento che al Cern ha permesso di scoprire, con quello di
Fabiola Gianotti, il bosone di Higgs; Marino Golinelli, imprenditore
farmaceutico novantacinquenne che nel 1988 ha creato una Fondazione
rivolta ai giovani investendo 80 milioni di euro. A illustrare le
«Visioni» con un’opera ad hoc è stato Mimmo Paladino, artista conosciuto
in tutto il mondo la cui opera è sempre stata legata al libro e alla
letteratura.