Corriere 20.1.16
In due anni 19 mila morti
L’Onu denuncia gli orrori in Iraq
Nel
giugno 2014 anche gli iracheni più rodati agli orrori di tanti anni di
guerre rimasero stupiti dal nuovo livello di crudeltà e violenze
sistematiche perpetrate dalla soldataglia dell’Isis conquistando la
regione di Mosul. Prigionieri decapitati in massa, video terrificanti
dei jihadisti che sparavano a raffica ridendo dai finestrini delle loro
auto contro vetture in corsa cariche di civili, migliaia di donne yazide
violentate e trasformate in schiave per un gigantesco mercato del
sesso. Ora un rapporto delle Nazioni Unite mette in allarme: negli
ultimi due anni l’Iraq è scivolato in un vortice di massacri e
persecuzioni dalle caratteristiche sconcertanti. Il lugubre scenario
siriano non può farci dimenticare quello iracheno. Dal primo gennaio
2014 al 31 ottobre 2015 i civili uccisi sarebbero almeno 18.802 e i
feriti 36.245. La cifra è data per difetto, queste sono solo le vittime
documentate. Ma, come già ai tempi della guerra civile che tra il 2005 e
il 2007 ebbe il tragico primato di 3.000 morti di media al mese, il
numero reale potrebbe essere ben più alto: intere regioni restano quasi
del tutto prive di servizi sanitari e di funzionari in grado di
registrare deceduti o feriti. «Nonostante le recenti avanzate delle
truppe e milizie filogovernative, i miliziani di Isis continuano a
torturare e uccidere, causando un incessante flusso di civili in fuga»,
notano i dirigenti dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i profughi. Gli
sfollati interni sono 3,2 milioni e in crescita dopo le recenti
battaglie che hanno costretto i jihadisti ad abbandonare larga parte
della città sunnita di Ramadi. Il rapporto ricorda le 3.500 yazide
ancora schiave sessuali, i casi di uomini accusati di essere omosessuali
e gettati dai tetti dei palazzi, le esecuzioni pubbliche di decine di
prigionieri schiacciati dai bulldozer. E non lesina critiche alle
milizie curde, sciite e all’esercito iracheno. Anche le truppe della
coalizione anti Isis si sarebbero macchiate di crimini di guerra ai
danni della popolazione sunnita filo Isis.