Corriere 19.1.16
La Slovenia e i confini chiusi: faremo come gli Stati del Nord
di Francesca Basso
La
dichiarazione del premier Miro Cerar non è diretta ma sufficientemente
chiara: «La Slovenia intende prendere provvedimenti che saranno
proporzionati a quelli degli Stati a nord della stessa Slovenia». Lo ha
detto in una conferenza stampa affrontando il tema dell’emergenza
migranti.
Quasi un mettere le mani avanti che evidenzia l’effetto
domino della sospensione temporanea di Schengen, cominciata a settembre
dalla Germania per frenare il flusso di rifugiati giunti seguendo la
rotta dei Balcani, e poi replicata agli inizi di gennaio dalla Svezia e a
cascata dalla Danimarca, fino ad arrivare all’annuncio di tre giorni fa
dell’Austria, guarda caso Paese a nord della Slovenia. Il cancelliere
austriaco Werner Faymann ha ordinato di rafforzare i controlli ai
confini austriaci con la Slovenia e l’Ungheria (al momento non con
l’Italia). E Lubiana ha spiegato che se «gli interessi nazionali della
Slovenia venissero messi a rischio o se altri Paesi agiranno
unilateralmente», il governo è pronto ad adottare «misure concrete» alle
proprie frontiere. Già a novembre la Slovenia aveva cominciato ad
alzare al confine con la Croazia una rete metallica.
Zagabria, che
fa parte dell’Unione Europea ma non dell’area Schengen, ha già
annunciato che prenderà a sua volta provvedimenti: «Non permetterò che
la Croazia diventi un hot spot per i migranti», ha spiegato Tomislav
Karamarko, leader del maggiore partito di centrodestra e probabile
vicepremier nel nuovo governo croato di coalizione, che dovrebbe
insediarsi venerdì. Zagabria non è economicamente in grado di accogliere
migliaia di profughi.
La spirale, cominciata con la mossa della
Svezia, si è ulteriormente avvitata quando Berlino ha deciso una
settimana fa di non far più entrare nel Paese i richiedenti asilo che
vogliono andare a Stoccolma. Vienna seguirà la stessa strada e di
conseguenza anche Lubiana. Un approccio non condiviso dall’Italia. Agli
inizi di gennaio il ministro dell’Interno Angelino Alfano spiegava che
«non abbiamo intenzione di sospendere Schengen», ma quello che va fatto
«è rafforzare i controlli in funzione antiterrorismo lungo la rotta
balcanica». Una posizione che non è cambiata in queste settimane.