lunedì 18 gennaio 2016

Corriere 18.1.16
Bagnasco attacca le unioni civili e incoraggia la piazza del Family day
Il presidente Cei: Parlamento distratto, altri i veri problemi. Manifestazione condivisibile
di Mariolina Iossa

ROMA «Una grande distrazione da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell’Italia», che sono invece «creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare». Il presidente della Cei Angelo Bagnasco è categorico: sulle unioni civili ribadisce la sua contrarietà al disegno di legge che vuole regolamentare i diritti delle coppie omosessuali e che, al momento, mantiene nel testo la stepchild adoption , ovvero la possibilità di riconoscere il figlio naturale del compagno o della compagna.
Sabato prossimo le associazioni per i diritti degli omosessuali scenderanno in piazza in favore della legge; sul fronte opposto, per il 30 gennaio è indetto il Family day, manifestazione laica delle famiglie che si oppongono al ddl Cirinnà. Nel mezzo, il 28 gennaio, al Senato s’incardina il procedimento, e in quella data saranno discusse le eccezioni di incostituzionalità, prima fondamentale tappa verso il percorso legislativo vero e proprio.
Bagnasco non fa distinguo, tutta la legge è da respingere. «Nelle nostre parrocchie — sottolinea il cardinale, arcivescovo di Genova — noi vediamo una grandissima coda di disoccupati, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia». Il messaggio a Renzi è diretto: «Di fronte a questa situazione, tanto accanimento su determinati punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazione, mi pare una distrazione grave e irresponsabile». Ecco perché, il Family day è una manifestazione «condivisibile» e dalle finalità «assolutamente necessarie». E anche se si tratta di «una iniziativa dei laici», l’obiettivo «è decisamente buono perché la famiglia è il fondamento di tutta la società».
Qualche giorno fa, il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, aveva espresso una posizione più sfumata, in un’intervista al Corriere . «Lo Stato ha il dovere di dare risposte a tutti, nel rispetto del bene comune prima e più che nel bene dei singoli individui», aveva sostenuto il vescovo, pur convinto che le adozioni «vadano trattate in altra sede». Molto chiare le sue parole: «Perché non capire che la stepchild adoption non è necessariamente legata al tema delle unioni civili? Il problema è che alcuni fanno fatica a rinunziare al velo di ipocrisia che avvolge il testo del ddl liberandolo, per esempio, dai continui rimandi al diritto matrimoniale».
Per Galantino, il punto cruciale non è il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali ma ogni possibile ambiguità che la legge si porterebbe appresso, con le adozioni, rispetto all’istituzione del matrimonio. Quanto al Family Day, cui Alfano ha detto che parteciperà «col cuore ma non fisicamente» in quanto ministro dell’Interno, il segretario della Cei aveva sostenuto che se un vescovo vorrà parteciparvi lo farà a titolo personale e senza pretendere che vi partecipino gli altri.
Ieri i senatori di Area popolare, da Maurizio Sacconi a Nico D’Ascola, hanno fatto appello al presidente della Repubblica rilevando l’incostituzionalità della legge Cirinnà rispetto all’articolo 29 (la famiglia fondata sul matrimonio).