Corriere 18.1.16
Antifascismo, Isis e poco spazio ai giovani
Quelle critiche all’Anpi dalla sinistra radicale
Oggi
in piazza assieme al Pd contro i centri sociali di destra, come è
avvenuto nel fine settimana a Reggio Emilia, domani con Berlusconi
contro la riforma del Senato. Anche l’Associazione nazionale partigiani
italiani deve fare i conti con un momento politico liquido talmente
surriscaldato da diventare gassoso. Le geometrie sono così volatili che
le critiche possono piovere anche da sinistra. Il «manifesto», ieri,
titolava: «L’antifascismo vive se non è autoreferenziale». Un mezzo
epitaffio, nonostante le tante tessere dell’Anpi. Lo spunto è il
documento redatto in vista del 16° congresso nazionale che si terrà a
Rimini dal 12 al 15 maggio prossimi. L’accusa: l’Anpi è troppo
conservatrice. Il documento denuncia i fondamentalismi nuovi, la destra
xenofoba in Europa e in Italia, e traccia le linee di azione politica,
tra cui la difesa della Costituzione dalla riforma di Renzi; ma punta su
alleanze istituzionali, circoscritte ad Arci, Cgil, Miur e Auser
(Associazione per l’invecchiamento attivo), evitando come la peste le
«cattive compagnie che vogliono utilizzare e strumentalizzare il buon
nome dell’Anpi».
Il «manifesto» critica questa chiusura verso i
movimenti antagonisti, animati dai giovani, e sul piano internazionale
denuncia la trascuratezza della questione palestinese. Sull’Isis,
invece, l’Anpi offre un giudizio apocalittico dando fondo al suo
patrimonio storico-morale: le «barbarie inaudite» vanno «spesso al di là
perfino delle atrocità compiute dai nazifascisti».
Per il
«manifesto», il testo è troppo auto-referenziale, e l’Anpi rischia di
ridursi a «custode del passato, come piacerebbe al Pd», conclude Saverio
Ferrari, che fu militante di Avanguardia Operaia e ora cura un
Osservatorio sulle nuove destre; e in passato fu condannato per
l’assalto a un bar milanese di estrema destra, nel 1976.
Siamo sicuri che i compagni che sbagliano siano proprio quelli dell’Anpi?