Corriere 17.1.16
I tedeschi non chiudono le porte ai profughi
di Danilo Taino
Non
saranno i fatti della notte di capodanno a Colonia a fare fallire la
politica sui rifugiati della Germania. E a fare cadere Angela Merkel. A
decidere «saranno i numeri», ha scritto su Politico (Europa) Timo
Lochocki, un analista del German Marshall Fund of the United States. Al
momento, sembra che la situazione sia proprio questa. Nonostante la
gravità e la qualità odiosa delle aggressioni di Colonia, i tedeschi non
hanno sostanzialmente cambiato opinione sul modo di accogliere i
profughi che chiedono asilo. Nei sondaggi più recenti, condotti giovedì
scorso, l’ 84% degli elettori potenziali dichiarava che oggi voterebbe
per uno dei partiti — di sinistra o di centrodestra — che sono, in
diversi gradi, favorevoli a una politica di porte aperte. Il 16%
rimanente è una quota modesta: il 29% dei britannici, per dire, dice di
condividere le politiche di chiusura sostenute dagli indipendentisti
dell’Ukip e almeno il 50% degli italiani al momento voterebbe per 5
Stelle, Lega,Forza Italia e destra, partiti che criticano le aperture
tedesche.
Le scelte della Germania, dunque, non saranno decise
dall’emozione di Colonia. Piuttosto, da alcuni numeri. Innanzitutto, da
quanti profughi arriveranno nel 2016. L’anno scorso ne sono arrivati 1,1
milioni . Pur senza mettere un tetto, il governo spera di limitarli a
500 mila quest’anno, grazie ad accordi con Turchia e Giordania,
controlli alle frontiere esterne della Ue e i famosi hot spot. Non sarà
facile, l’Europa finora non ha seguito la cancelliera Merkel: ma questa è
la sfida.
Secondo, il denaro, cioè le risorse per sostenere i
costi di integrazione: mantenimento dei profughi, alloggi, sanità,
scuole, nuovi insegnanti, costruzioni. Nel 2015, la Germania ha
registrato un surplus del bilancio pubblico stimato al momento attorno
allo 0,5% del Pil , più o meno 15 miliardi . I costi per l’assistenza ai
rifugiati calcolati da parecchi centri di studio sono tra i 13 e i 18
miliardi per il 2016. Questo è il maggiore elemento di forza della
politica di Frau Merkel nei confronti degli immigrati: avere conti
pubblici che consentono al governo di gestire la situazione. È
l’importanza del bilancio sano nei momenti di emergenza, in un mondo che
ne promette molte. Se Berlino avesse avuto un deficit e un debito
pubblici alti, probabilmente a questo punto avrebbe già chiuso le
frontiere. E addio Schengen. Questi sono i numeri che guarda la
cancelliera.