sabato 16 gennaio 2016

Corriere 16.1.16
Eventi teatrali, filosofia e rock: la notte bianca dei licei classici
Ieri porte aperte nei 237 istituti d’Italia: «Non siamo polverosi, la formazione umanistica serve»
di Claudia Voltattorni

ROMA Si va da Eschilo ad Erasmo da Rotterdam. Da Leopardi ad Aristofane. Da Shakespeare a Pirandello. E poi Pasolini e Yourcenar. Ma anche le «archeodegustazioni», i cosmetici e la sfilata di abiti: «Come si vestivano?». E intanto si filosofeggia nei corridoi fino a tarda sera, si ascoltano Chopin, Bach e i Coldplay, e si leggono Dante e Ovidio. «Il liceo classico non è né polveroso né fuori moda».
È il messaggio che 237 licei classici d’Italia hanno voluto dare ieri per la seconda edizione della «Notte nazionale del liceo classico». Un’iniziativa lanciata un anno fa dal liceo Gulli e Pennisi di Acireale per «far conoscere al grande pubblico cosa è e a cosa serve il liceo classico».
Negli ultimi anni il ginnasio ha visto un calo delle iscrizioni che ha toccato il 50 per cento, sorpassato dallo scientifico e tallonato da nuovi indirizzi, più specialistici, ma forse, anche più «di moda». E invece «c’è bisogno di riscattare la cultura classica, presentata come vecchia e sorpassata». Rocco Schembra insegna latino e greco al liceo Gulli e Pennisi: è lui l’ideatore della «Notte», dopo averne fatta una solo nella sua scuola. «Ma il successo è stato tale — racconta — da aver pensato di estendere l’idea a tutta Italia, c’è gran voglia di scoprire il classico».
E così dal Massimo D’Azeglio di Torino, al Tito Livio e le Marcelline di Milano, al Kant, il Manara, il Socrate e il Lucrezio di Roma, il Michelangiolo di Firenze, lo Zucchi di Monza, il Tasso di Salerno e via in tutta Italia, ieri notte è stata una lunga celebrazione dell’orgoglio del classico. Letture, rappresentazioni teatrali, cineforum, dibattiti, e anche partite di ping pong, perché «mens sana in corpore sano». A dimostrazione «che il classico è tutt’altro che in crisi — sorride Antonietta Porro, direttore del Dipartimento di Filologia classica alla Cattolica di Milano —: serve però la consapevolezza di chi insegna, a volte i professori per primi si sentono un po’ fuori tempo». E invece, «la formazione umanistica non solo è interessante quando si studia ma è importante anche dopo: il mercato del lavoro la richiede, cerca persone capaci di riflettere, prendere decisioni». Certo, ammette la preside del Tito Livio di Milano Amanda Ferrario: «Studiare latino e greco è faticoso, ma è una fatica che ripaga da subito».