Corriere 14.1.16
Fascino e dannazione della storia
Le perenni mutazioni di Berlino
di Danilo Taino
Berlino
Da oggi, non potrete più visitare Berlino senza questa guida. Guida si
fa per dire: delizioso viaggio geografico e storico, colto, in una delle
città più contraddittorie, martoriate, distrutte e rifatte del pianeta.
Facile da vivere, complicata da capire, unica nel nome, sdoppiata dagli
eventi del suo tragico Novecento. Esce oggi nelle librerie Berlino
capitale. Storie e luoghi di una città europea : Sergio Romano e il
figlio Beda si sono divisi i compiti; l’ambasciatore, che la visitò per
la prima volta nel 1951, vi ha passeggiato per raccontarne storia e
arte; il giornalista (del «Sole-24 Ore»), che l’ha molto frequentata più
di recente, ne ha fatto una radiografia politica e sociale. È un libro
affascinante per un turista, istruttivo anche per un accademico, utile
al politico che non ha mai voluto capire la Germania.
La città è
moderna, in cambiamento continuo. E prepotentemente giovane. A ogni
angolo, però, aggredisce con un pezzo di storia. E che storia. Sergio
Romano, ad esempio, racconta, tra le sue molte passeggiate berlinesi, di
una città poco amata: non solo da Hitler, che la voleva rifare, ma
anche da Hegel, da Stefan Zweig, da George Grosz. E Beda ricorda
l’irritazione che suscitava in Konrad Adenauer, sospettoso della
tradizione militarista prussiana. Dopo la Seconda guerra mondiale,
scrive Romano senior, molti tedeschi preferivano una capitale collocata
nella Germania renana: «La storia era passata da Berlino molto più
frequentemente e drammaticamente di quanto fosse accaduto alle altre
capitali europee. Valeva la pena ricostruire lo Stato nazionale tedesco
all’ombra di memorie così ingombranti?». La storia però doveva ancora
dire molto: la divisione in due, un’altra dittatura, il Muro, la sua
caduta, la riunificazione di una Germania della quale oggi molti sono
spaventati. La storia sembra non volere abbandonare Berlino tornata
capitale. È il suo fascino e anche la sua dannazione.
I luoghi e
gli eventi conosciuti sono tutti tracciati nei percorsi del libro (edito
dal Mulino). Ma sono quelli meno noti e popolari a suscitare forse
l’interesse maggiore. L’ambasciatore Romano racconta della Berlino di
fine Ottocento e inizio Novecento: non solo capitale di un Reich, non
più solo «patria del nuovo pensiero filosofico europeo», ma anche
metropoli in crescita straordinaria, centro industriale e finanziario,
luogo della politica, città di scienza e tecnica. E ricorda
l’impressione che Mark Twain ne ebbe nel 1892: «La maggior parte della
città sembra costruita la settimana scorsa, e il resto, appena più serio
e compassato, potrebbe essere stato costruito sei o sette mesi fa».
Sono l’interessante e la brutalità di una città che ha continuato a
cambiare e ogni volta sotto l’influenza, o il tallone, degli eventi.
Persino nei nomi delle vie.
Beda Romano cita l’attuale
Rosa-Luxemburg Platz, nella parte Est di Berlino, che nel Novecento ha
cambiato nome cinque volte: Babelsberg Platz all’inizio, Bülowplatz
successivamente, diventata poi Horst-Wessel Platz per decisione dei
nazisti, Liebknechtplatz dopo la Seconda guerra mondiale per ricordare i
moti spartachisti, poi subito Luxemburgplatz e infine, nel 1969,
Rosa-Luxemburg Platz. Una città che non solo si trasforma, ma che ogni
volta si distrugge e si ricostruisce, ma tiene ferma la memoria del
passato.
Il libro non è solo racconto, è anche riflessione. Mentre
visita la casa-museo di Karlshorst, «una sorta di joint-venture
russo-tedesca», Sergio Romano percorre la profonda relazione, di nemici e
di alleati, tra la Germania e la Russia. Nel Settecento era tedesca
l’ispirazione del modello a cui facevano riferimento i russi; e tedeschi
erano spesso i generali, i mercanti, gli artigiani, i ricercatori e gli
accademici. E ne trae motivo per una puntualizzazione d’attualità:
«Esistono periodi nei quali i due Paesi si combattono ferocemente. Ma
non appena depongono le armi, Russia e Germania si rimettono a lavorare
insieme con grande naturalezza». Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, qualcuno
calcolò che nelle vene dello zar Nicola II «scorrevano, per ogni goccia
di sangue russo, trecento gocce di sangue tedesco». Parlare di Berlino,
dei suoi luoghi e della sua storia è insomma parlare dell’Europa oggi e
del futuro. Libro utile oltre che guidato dalla curiosità: al turista,
per non visitare solo con il naso per aria, ma anche memento per Angela
Merkel, per Vladimir Putin e per chi li osserva.
C’è tutta
Berlino, nella «guida»: gli ebrei e le dittature, lo spirito libertario e
le lotte sociali, Est e Ovest. Una città, scrive Beda Romano, che «ha
sempre sorpreso e smentito i suoi critici». E forse c’è anche la
risposta alla domanda banale, ma di tutti: ti piace Berlino? Sì. Ma
forse no. Non so.