mercoledì 13 gennaio 2016

Corriere 13.1.16
Scaduta la licenza per malattia Latorre non tornerà in India
Oggi si riunisce la Corte Suprema di New Delhi: Modi pronto a un accordo?
di Danilo Taino

Oggi, a New Delhi, si potrà forse capire se la vicenda dei due marò è stata finalmente messa su un binario nuovo, indirizzato verso una soluzione condivisa tra Italia e India. Si riunirà la Corte Suprema per fare il punto della situazione: un’udienza convocata lo scorso agosto quando la Corte stessa aveva sospeso i procedimenti indiani contro Salvatore Girone e Massimiliano Latorre a seguito di un’ordinanza del Tribunale per la legge del mare (Itlos) di Amburgo. E aveva congelato la situazione, con Girone in libertà provvisoria ma obbligato a restare a Delhi e Latorre in licenza di convalescenza in scadenza venerdì prossimo.
Nel corso dell’udienza si potrebbe capire se il governo di Narendra Modi ha dato indicazioni nuove all’avvocato dello Stato indiano sulla posizione da tenere.
In particolare, sarà interessante capire due cose. Innanzitutto, l’atteggiamento nei confronti della licenza di Latorre. Ieri, il presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre (nessuna parentela), ha detto che il fuciliere di Marina «non tornerà in India». Questa non è però l’esatta posizione ufficiale del governo italiano, il quale ritiene che il congelamento della situazione deciso ad Amburgo comporti sì l’allungamento dello stato attuale del marò, però ha chiarito di rimettersi alle decisioni che su questo prenderà, specificatamente interpellato, il collegio arbitrale formato per decidere dove tenere il processo ai militari italiani accusati dell’uccisione di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012.
Il marò Latorre rimarrà quindi in Italia fino a quando gli arbitri non si saranno espressi. Oggi si vedrà cosa, su questo punto, diranno i rappresentanti del governo indiano e cosa deciderà la Corte Suprema. In parallelo, si capirà qualcosa pure sul destino di Girone.
Anche per la sua situazione come su quella di Latorre, infatti, vale la richiesta di una misura provvisoria che Roma ha avanzato al collegio arbitrale. Sulla base di questa istanza, l’Italia vorrebbe che i due militari attendessero la decisione degli arbitri in patria, fatto salvo che poi si sottoporrebbero al processo laddove questo sarà fissato. Se domani gli indiani segnaleranno una non opposizione a questa eventualità, il collegio dei cinque arbitri potrebbe ordinare il rientro di Girone (e il restare in Italia di Latorre) nel giro di un paio di mesi: in febbraio il collegio terrà le audizioni e in marzo prenderà una decisione.
Se anche l’arbitro di nomina indiana, Chandrasekhara Rao, dovesse ricevere dal suo governo le stesse istruzioni, il compiti dei giudici sarebbe facilitato. Su questo aspetto, il senatore Latorre ieri ha sostenuto che «si stanno approfon-dendo le possibilità per chiedere che anche Salvatore Girone rientri in Italia».
A fare ritenere possibile una svolta è il fatto che anche l’India inizia a soffrire del trascinarsi del caso. Delhi è intenzionata a riprendere le trattative per un accordo commerciale con la Ue e proprio tra pochi giorni, il 18 gennaio, si incontreranno i rappresentanti di India e Unione Europea, dopo anni di stallo in parte dovuti al caso dei marò: nella prima parte del 2016 si terrà il summit India-Ue e Modi potrebbe farvi un’apparizione, dopo che l’anno scorso cancellò all’improvviso una visita a Bruxelles per ragioni in qualche modo collegate al contenzioso con l’Italia.
Inoltre, si sa che il primo ministro indiano vorrebbe sbloccare l’adesione del suo Paese al club Mtcr, un organismo di controllo della tecnologia missilistica, alla quale Roma ha messo il veto a causa dello scontro sui due fucilieri: una nuova riunione per decidere della questione si terrà in primavera.
Le evoluzioni diplomatiche internazionali consigliano insomma un accordo. È che nella vicenda, però, mai niente è stato ovvio.