lunedì 11 gennaio 2016

Corriere 11.1.16
Quarto, braccio di ferro tra Grillo e la sindaca
Rosa Capuozzo: non mi dimetto. Poi sul blog il post del fondatore che la invita a lasciare. Lei: ci penso Ma la base del Movimento si divide: perché non è stato fatto un referendum? Pizzarotti attacca
di E. Bu.

MILANO Un braccio di ferro giunto al secondo atto e che sembra non essersi ancora concluso. Il caso Quarto è stato al centro ieri di una giornata convulsa che ha visto i Cinque Stelle divisi tra loro. Da una parte c’è il direttorio, che dopo il vertice sabato a Milano alla Casaleggio associati, ha chiesto un passo indietro a Rosa Capuozzo. Dall’altra la sindaca del comune campano, risoluta a rimanere al suo posto. Indiscrezioni parlano di contatti tra Luigi Di Maio e Capuozzo già nel corso della mattinata, con la richiesta da parte dei vertici M5S di lasciare l’incarico. La prima cittadina — forte anche del sostegno ricevuto da Federico Pizzarotti e Ferdinando Imposimato — non arretra, ma, anzi, rilancia. Nel pomeriggio posta su Facebook un video: «Non c’è nessuna intenzione di dimettermi», dichiara. «I voti della camorra ci fanno schifo», rintuzza. E ancora: «Abbiamo chiuso la porta perché il M5S chiude la porta ai tentativi di infiltrazione».
Il messaggio suona a dir poco indigesto ai vertici del Movimento, che decidono di non rilanciarlo e di ostracizzarlo sui social network. Sono momenti di grande tensione tra i pentastellati. Di lì a poche ore, infatti, è previsto un flash mob a Quarto in sostegno di Capuozzo. La decisione presa è e vuole essere un «gesto inequivocabile per sgombrare ogni dubbio» sulla trasparenza del Movimento e suona anche come «un atto di responsabilità» nei confronti dell’inchiesta di cui si attendono ulteriori sviluppi.
Così, a stretto giro di posta, i Cinque Stelle decidono di controbattere alla loro sindaca, chiedendone pubblicamente le dimissioni. Sul blog viene pubblicato un post a firma del Movimento. Nonostante le frizioni, c’è anche una difesa della sindaca: «Abbiamo preso consapevolezza di aver inflitto un grande colpo al malaffare. Non ci siamo piegati, non si è piegata Rosa Capuozzo», scrivono i pentastellati. Poi, però, si spiega la svolta: «Occorrono decisioni ferme per dimostrare che nessun infiltrato controllerà mai il M5S. E siamo pronti a tornare alle urne quando vi è il sospetto che qualcuno ci abbia provato», si legge. «Noi siamo il M5S e l’esempio vale più di qualsiasi poltrona — conclude il post —. Noi dobbiamo garantire il M5S tutto e per questa ragione chiediamo con fermezza a Rosa Capuozzo di dimettersi e far tornare ad elezioni Quarto». Lei, impegnata in piazza, replica con un «valuterò».
La scelta scuote la base dei Cinque Stelle, che si spacca. Sul web un gruppo di attivisti chiede un referendum, come Andrea Esposito («Perché lo dovete decidere voi se si deve dimettere o no?»). Altri, come Annalisa Taverna, sorella della senatrice Paola, scrivono: «Non sono d’accordo proprio per niente». Molti sostengono la decisione. Alessandro Di Battista su Facebook prova ad argomentare. «Sogno un Movimento che non fa distinzioni. Se al posto di un sindaco del M5S vi fosse stato un sindaco del Pd le avremmo chieste le dimissioni? Non chiedemmo le dimissioni di Marino (allora non indagato) perché stava amministrando anche grazie ai voti portati da alcuni arrestati del Pd?», domanda il deputato laziale. E risponde a chi critica: «Vi voglio bene ma il Movimento si difende con scelte dure, che mai nessuno aveva preso prima d’ora». Interviene anche Pizzarotti, che riprende la vicenda di Roma e punge i vertici Cinque Stelle: «Quando il Pd chiese le dimissioni di Marino, ci indignammo perché lo chiese il partito chiuso nelle segrete stanze. In quale stanza è stato deciso che il sindaco Capuozzo si deve dimettere? Quale discussione, e chi, ha portato a questa posizione?» .