lunedì 11 gennaio 2016

Repubblica 11.1.16
Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia
“Traditi i patti: ora pronti a scatenare l’inferno”
Autorizzano nuove ricerche nei posti più belli d’Italia: le Tremiti, Pantelleria, il Golfo di Taranto. Non è possibile
Faccio appello al presidente del Consiglio affinché revochi immediatamente le autorizzazioni
intervista di Giuliano Foschini

BARI. «Una vergogna e una follia». Il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, giura che non ci sarà alcuna possibilità: «Il mare delle Tremiti non sarà trivellato. Caso contrario, scateneremo l’inferno».
Presidente, il decreto , firmato il 22 dicembre dal ministro Guidi, parla chiaro: con duemila euro all’anno, Petroceltic Italia può cominciare i lavori.
«Trovo questo atteggiamento del Governo irresponsabile con le regioni e con il popolo italiano. Da un lato mandano in Gazzetta ufficiale lo stop alle trivellazioni e dall’altro, poche ore prima, autorizzano nuove ricerche. Tra l’altro nei posti più belli d’Italia: le Tremiti, Pantelleria, il Golfo di Taranto. Non è possibile».
Che si fa quindi?
«Faccio appello al presidente Matteo Renzi affinché revochi immediatamente tutte le autorizzazioni. Tra l’altro, il Governo, tramite alti esponenti, aveva dato a tutti noi presidenti di Regione la propria parola che la questione era conclusa. Non può essere che la volontà di ben dieci Regioni di tutelare il loro mare sia sbeffeggiata. Non posso credere che l’emendamento “natalizio” sia stato soltanto un trucco per ammansirci e poi, comunque, trivellare ovunque come se niente fosse, una volta superata l’emergenza della reazione dell’opinione pubblica. Anche perché il diavolo fa le pentole e non i coperchi».
Che vuole dire?
«Che resta il fatto che almeno un quesito dei sei sarà sottoposto a referendum. E certo le Regioni non faranno alcun passo indietro. Anzi».
Anzi?
«Dovremo elevare subito un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale per alcune norme dell’emendamento natalizio che hanno scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria. Si dovrà inoltre iniziare subito la campagna referendaria valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare».
Sarà un nuovo motivo di scontro tra lei e il governo del segretario del suo partito.
«Qui è in gioco la difesa della mia terra e della volontà popolare. Io credo molto nel referendum: è giusto che si dia alle nostre comunità la possibilità di decidere sulle ricerche di idrocarburi, che possono essere sì un’opportunità, ma anche una minaccia che rischia di rovinare il nostro mare, che è la principale risorsa e attrattiva turistica delle regioni del Sud. Noi siamo per ridurre queste ricerche, se possibile per azzerarle. Il Governo mi sembrava avesse un’altra posizione. Che aveva però rivisto con l’emendamento di dicembre. Ma evidentemente avevamo capito male. E io l’avevo intuito: era stato formulato e approvato senza neppure uno straccio di dichiarazione politica di pentimento da parte del Governo e della sua maggioranza. Poi ora scopriamo queste nuove autorizzazioni. Ecco perché serve un passo indietro subito. Altrimenti, sarà battaglia».