venerdì 4 dicembre 2015

Repubblica 4.12.15
“Se vince Mr Expo lo sosterremo”
Fassina: chi corre ai gazebo deve rispettarne l’esito, a Roma e Torino non staremo col Pd
Se i programmi saranno compatibili faremo la coalizione, ma non siamo la low cost del Pd
intervista di Tommaso Ciriaco


ROMA Una cosa è certa, assicura Stefano Fassina: «Dove parteciperemo alle primarie del centrosinistra, rispetteremo l’esito della consultazione». Anche a Milano, se dovesse vincere Giuseppe Sala? «Anche a Milano».
Lei si candida a sindaco di Roma per Sinistra italiana, Fassina. Senza primarie. Il primo punto sembra essere: “Siamo alternativi al Pd”, giusto?
«Al Pd del Nazareno».
Un pessimo viatico per un’intesa nazionale tra Pd e Sel?
«Siamo una forza politica autonoma. E a Roma è complicato proporre una colizione con il Pd, che ha chiuso dal notaio l’esperienza Marino. Sono inadeguati e inaffidabili. Per questo c’è la mia candidatura, che naturalmente andrà verificata nelle prossime settimane con un percorso in tutte le periferie romane».
Su Milano invece sosterrete l’ipotesi Balzani?
«Ciascun territorio decide. Ciò detto, l’ipotesi Balzani è positiva. Ci sono anche altri candidati di qualità, come Majorino. Bisogna prima capire il panorama complessivo, perché troverei preoccupante un quadro di primarie in cui ci sono sia Majorino che Balzani, oltre a Sala».
Ipotizziamo il vostro sostegno a Balzani. Dovesse perdere le primarie, sosterreste Sala?
«Si faccia una valutazione. Ma nel momento in cui si partecipa alle primarie, valgono i principi che le reggono e si rispetta l’esito delle consultazioni».
Quindi lo sosterreste. Ma cos’ha Sala che non va?
«Non è una figura che può rappresentare la pluralità di interessi e culture politiche che Pisapia teneva assieme. Non è in grado per profilo, biografia, progetto. Però una cosa è certa: una volta che si gioca, si rispettano le regole del gioco».
Renzi potrebbe dire: perché accettare il vendoliano Zedda a Cagliari, se Fassina rischia di farmi perdere a Roma, o Airaudo a Torino?
«Non c’è uno schema nazionale da costruire. Mancano le condizioni politiche perché Renzi, dal lavoro alla scuola alle riforme istituzionali, ha rotto il centrosinistra con le sue scelte. Fratture profondissime. Il premier ha questa responsabilità, è lui che ha guardato alla costruzione del partito della Nazione. Quindi se ci sono città con compatibilità programmatica - come Cagliari e forse Milano – costruiremo la coalizione. Di certo non ci sono queste condizioni a Torino e Roma. Non siamo la low cost del Pd, né siamo contro di loro a prescindere».
Giocate di sponda con la minoranza dem per indebolire Renzi?
«Non c’è un disegno politico, ma in alcuni casi una sintonia di posizioni con la minoranza del Pd».
Davvero al ballottaggio potreste votare M5S, contro il Pd?
«Si farà una valuzione. Ma nessuno si aspetti da noi l’essere automaticamente la stampella del Pd».