venerdì 4 dicembre 2015

Repubblica 4.12.15
“Il futuro? Una app capace di rispondere per noi”
intervista di Giuliano Aluffi


L’EMAIL tra fastidi contemporanei e prospettive future. Ne parliamo con Gloria Mark, docente di informatica all’University of California di Irvine, esperta nello stress da tecnologia e autrice del recente saggio Multitasking in the digital age (editore Morgan &Claypool, 2015).
Qual è il problema principale nel nostro uso dell’email?
«Abbiamo calcolato che l’utente medio controlla l’email 74 volte al giorno. È decisamente troppo. E ci sono delle conseguenze: in un esperimento, abbiamo tolto l’email a un campione di impiegati tenendo sotto controllo i loro parametri vitali e la loro produttività. Senza email ci si affanna meno nel multitasking, ci si concentra meglio sui compiti da eseguire e si lavora più a fondo su ogni obiettivo. Inoltre lo stress, misurato come la variabilità del battito cardiaco, è inferiore quando siamo senza posta elettronica».
Quale è il modo migliore per usare l’email, alla luce delle sue ricerche?
«I messaggi non dovrebbero essere inviati di continuo, ma in alcuni momenti precisi del giorno. Se la posta elettronica arrivasse nelle nostre caselle solo alle 10, alle 12 e alle 14 e alle 16, allora non perderemmo tutto quel tempo controllando la posta e lavoreremmo meglio. Inoltre la tecnologia può aiutarci a filtrare in modo migliore le email e anche a rispondere. Molte email non hanno bisogno di una risposta umana: può bastare una risposta automatica, come ad esempio quelle che il sistema di intelligenza artificiale di Google sta approntando. Un esempio: di fronte a un messaggio che ci chiede un documento, Gmail ci presenterà tre risposte precompilate: “Non ce l’ho” / “Devo cercarlo” / “Certo, te lo mando” e se ne potrà scegliere una con un solo click».
Ma allora Slack non sostituirà l’email?
«Il futuro della comunicazione digitale potrebbe essere una tecnologia simile a Slack, anche se non so se sarà proprio Slack, perché è un sistema che può essere migliorato: non funziona sui server locali delle aziende, e la versione a pagamento è costosa. In ogni caso nel futuro dell’email dovrà essere più facile associare i messaggi alle informazioni che abbiamo sul computer: ad esempio, se scrivo un messaggio che riguarda un mio studio, questo dovrebbe allegarsi automaticamente al messaggio, senza bisogno che lo faccia io manualmente. Oggi alcuni servizi di posta elettronica già provano capire quali sono i mittenti più importanti per un utente, così da evidenziare i loro messaggi. Questa è la strada giusta: analizzare e misurare ancora di più i nostri comportamenti d’uso, estrarne l’intelligenza e usarla per rimuovere ciò che ci fa perdere tempo».