Repubblica 30.12.15
Ma la realtà resta amara
di Concetto Vecchio
Osservo Renzi nella conferenza stampa di fine anno. E' ancora il grande motivatore, il commissario tecnico della nazione (“politica batte populismo 4-0”), ma non ha più la furia dei primi tempi, quando il suo entusiasmo messianico appariva atomico anche agli occhi dei più scettici. Ricordate? “Veloci, rapidi, forza...” La realtà è quella che è, e forse anche lui ha negli occhi il recente studio del Center for economics business and research che prefigura un'uscita dell'Italia dal G8, retrocessa al tredicesimo posto entro il 2030 a causa della sua crescita piatta. Rispecchia, purtroppo, il vero mood del Paese, a dispetto di tutti i tentativi di rianimazione effettuati dal giovane premier in questi due anni di governo. Questi siamo: vecchi e sfiduciati, con un tasso di natalità spaventosamente basso e quindi del tutto privi della necessaria energia per affrontare le sfide della globalizzazione. Disoccupazione all'11,5%, partiti sfibrati, Mezzogiorno abbandonato, borghesia declinante, perfino gli stadi sono vuoti. Nessuno ci crede più veramente. “Ma c'è un Paese che si sta mettendo in moto” scandisce Renzi, annunciando l'anno dei valori. Fa bene, per carità. Ma ormai lo si ascolta in silenzio, rimuginando amari. Salvarsi sarà già tanto.