mercoledì 2 dicembre 2015

Repubblica 2.12.15
Il cardinale Kasper: “Nessuno verrà escluso dalla Chiesa di Francesco”
intervista di Paolo Rodari


«Dedicare un Giubileo alla misericordia significa ricordare che il nome di Dio non è altro che questo. Non c’è fede né cristianesimo senza misericordia ». Era il 17 marzo del 2013. Il Papa, durante il suo primo Angelus, citò quello che allora era l’ultimo libro del cardinale Walter Kasper, “Misericordia” (Queriniana). Francesco, come dice oggi a “Repubblica” lo stesso cardinale presidente emerito del Pontificio Consiglio per il dialogo ecumenico, «fece capire che sarebbe stato
questo il senso più profondo del suo pontificato ».
Il Papa parlò anche di Isaia.
«Il profeta Isaia afferma che anche se i nostri peccati fossero rossi scarlatti, l’amore di Dio li renderà bianchi come la neve. È così per tutti».
Ha consegnato il suo libro a Francesco. Cosa le ha detto il Papa?
«Mi ha detto che è misericordia il nome di Dio. È l’unico criterio sul quale saremo giudicati. Non ci verrà chiesto se siamo andati tutte le domeniche a messa, questo, sì, è importante, ma il criterio del giudizio di Dio sarà la misericordia che abbiamo avuto nei confronti degli altri».
È per questo messaggio che Francesco riesce a raggiungere anche coloro che sono lontani dalla fede?
«Francesco è una figura profetica. Ha capito quale profondo messaggio di Dio dare al mondo. E, infatti, in tanti lo comprendono».
Il recente Sinodo dei vescovi ha portato la Chiesa sulla strada della misericordia, senza ancora aprire alla comunione ai divorziati. Perché?
«Il Sinodo ha fatto un passo in avanti sulla necessità di aprire le porte della Chiesa a tutti. Sulla comunione ai divorziati aspetteremo cosa dirà il Papa. Abbiamo però detto che tutti se lo desiderano devono fare parte della Chiesa. Si è ricordata la strada già aperta da Tommaso nella sua “Summa Theologica”, secondo cui senza ledere l’indissolubilità la Chiesa può piegarsi sulle singole situazioni, caso per caso, oltre il rigorismo e il lassismo».
Misericordia è parola forte in chiave ecumenica ed interreligiosa.
«Lutero si chiedeva come avere un Dio misericordioso. E molte sure del Corano si aprono con un’invocazione ad Allah il misericordioso».
I recenti fatti di Parigi dicono che non tutto l’islam condivide ciò.
«Chi ha commesso questi crimini non può nemmeno dirsi musulmano. Sono soltanto fanatici, seguaci di una propria ideologia».
Una Chiesa misericordiosa però non rinuncia a un proprio tribunale. Cosa pensa di Vatileaks?
«Penso che sia giusto condannare, se sono stati commessi reati, chi da dentro il Vaticano ha divulgato le carte. Però le carte mostrano una curia ancora da riformare. Ma molti documenti in questo senso sono vecchi: il Papa già ha risolto molto. E sul resto sono certo che andrà fino in fondo».