mercoledì 2 dicembre 2015

La Stampa 2.12.15
Consulta, fumata nera, e Pitruzzella si ritira
Pd e Forza Italia nei guai
Oggi nuovo voto. Il M5S accusa la Lega di “inciucio”
di Amedeo La Mattina


Tutto ritorna in alto mare. Ancora una fumata nera in Parlamento per l’elezione di tre giudici costituzionali. Oggi senatori e deputati ci proveranno di nuovo e i nomi che rimangono in piedi sono quelli di Augusto Barbera (Pd) e di Francesco Paolo Sisto (Fi) che hanno visto crescere il consenso nel segreto dell’urna. Ma adesso rischiano pure loro. E questo a causa del venir meno della terna concordata da Pd, Fi, Ap. Il terzo petalo era infatti Giovanni Pitruzzella, indicato da Area popolare, che ieri ha ritirato la sua candidatura dopo avere perso 22 voti rispetto alla precedente votazione. «Prendo atto che non ci sono le condizioni di serenità e di contesto politico per affrontare una nuova verifica parlamentare», ha spiegato Pitruzzella. Il presidente dell’Antitrust ha perso quota in seguito alla sua iscrizione nel registro degli indagati della procura catanese (gli viene contestato il reato di corruzione in atti giudiziari per un vecchio lodo arbitrale tra due università siciliane). A rimanere in campo senza chance è un altro candidato di centro, Gaetano Piepoli, sponsorizzato dal gruppo Per l’Italia di Dellai e Tabacci. Ha ottenuto 82 voti. Pochi per sperare di arrivare al vertiginoso quorum di 571. Ieri Barbera e Sisto ieri hanno raggiunto quota 545 e 527 incrementando il loro consenso. Pd e Fi erano convinti di essere aall’ultimo miglio e di potercela fare. Ma le cose si sono messe male dopo l’abbandono di Pitruzzella.
Ap non ha un candidato di riserva e quindi oggi alle 19 i parlamentari di Alfano non voteranno Barbera e Sisto. Hanno il dente avvelenato con coloro che avrebbero dovuto votare il presidente dell’Antitrust e non l’hanno fatto. Ovvero Sel e tutta la sinistra del Pd condizionati dall’inchiesta della procura catanese. Ma secondo Cicchitto i motivi sono altri: la minoranza Pd non vuole che Renzi abbia la maggioranza alla Consulta per poter affossare la legge elettorale e la riforma costituzionale.
Sono venuti a mancare pure i voti della Lega che ufficialmente ha votato scheda bianca. I 5 Stelle non ci credono e accusano il Carroccio di avere partecipato all’«inciucio» con Pd e Fi. «La Lega voterà il candidato Dem in cambio di un posto alla Corte dei Conti», è l’accusa del grillino Danilo Toninelli. Il quale continua a indicare per la Consulta il prof. Franco Modugno: «Una personalità indipendente a differenza di Sisto, avvocato di Berlusconi, e di Barbera che Renzi vuole mandare alla Consulta per salvaguardare l’Italicum». «Una cosa da matti - replica Ermini del Pd - se un costituzionalista è a favore dell’Italicum non è degno, se invece è contrario va bene». I leghisti Fedriga e Centinaio non accettano di essere di essere considerati inciucisti: ricordano a M5S di aver fatto l’accordo con il Pd sul Csm e Rai.
A questo punto potrebbe venir fuori una nuova terna gradita a M5S: ok a Barbera se viene aggiunto il nome di Modugno e, al posto di Sisto, quello della professoressa Maria Alessandra Sandulli. Se il Pd abbandonasse Barbera, i grillini sarebbero pronti a votare il prof Massimo Luciani.