mercoledì 23 dicembre 2015

Repubblica 23.12.15
Il giurista D’Avack (Comitato di bioetica): “Giusto, chi è disabile non vale di meno”
“Se si riconosce il danno ai figli, questi potrebbero fare causa ai genitori per averli messi al mondo”
intervista di C. P.


ROMA. «È una sentenza importante che invita a considerare le persone non come oggetti, che valgono meno se danneggiati, ma spinge anche lo Stato a fare la sua parte, ad aiutare, ad assistere le famiglie con figli disabili». Lorenzo D’Avack avvocato, vicepresidente del Comitato di Bioetica, analizza con interesse il pronunciamento della Cassazione.
Non esiste il diritto a nascere sani?
«È vero, nel nostro ordinamento non vi è scritto da alcuna parte che il bambino deve nascere sano. E questo è importante».
Perché è importante?
«La preoccupazione del legislatore è che non si creino valutazioni diverse tra bambini sani e malati, che non si crei disparità di trattamento, di valore, che non si metta in posizione di inferiorità legale chi ha un handicap».
Contrario al risarcimento?
«In questo caso mi pare i giudici abbiano negato il risarcimento alla bambina nata Down, nonostante gli esami medici, ma stiano valutando il possibile danno psicologico alla madre. In generale quando viene riconosciuto il danno ai figli, c’è il pericolo che poi i figli facciano causa ai genitori per averli fatti nascere. È accaduto in Francia dove poi hanno cambiato la legislazione».
La sentenza chiama in causa lo Stato?
«In effetti è contraria al risarcimento del bambino nato malato anche perché questo assolverebbe una “impropria funzione vicariale, suppletiva di misure di previdenza e assistenza sociale”. Come dire, i soldi andrebbero al posto di interventi che lo stato deve prevedere».
Si parla di rischio di reificazione, che significa?
«La Cassazione ha intravisto il rischio di vedere l’uomo come un oggetto che vale più o meno a seconda che sia danneggiato o ammaccato. È un principio che la legge non può passare, gli uomini sono tutti uguali».
C’è un problema di monetarizzazione dei sentimenti?
«Non tutto è trasformabile in denaro, non è possibile. In passato ci sono stati casi in cui il danno è stato riconosciuto prima al bambino, poi ai genitori infine ai fratelli. Dove si arriverà? Comunque è una sentenza complessa che analizza la questione dal punto di vista legale ma anche etico, facendo ordine rispetto ad altri pronunciamenti, dando la linea».