domenica 20 dicembre 2015

Repubblica 20.12.15
“Ora il Csm valuterà se era dovere di Rossi lasciare l’inchiesta o palazzo Chigi”
Giovanni Legnini “Il pm che indaga su Banca Etruria era autorizzato a lavorare per il governo e il conflitto di interessi è da verificare”
intervista di Liana Milella


ROMA Pesante questa chiusura d’anno eh Legnini?
«Sì... laboriosa...».
Ammetterà che il caso Rossi dà una brutta immagine della magistratura che inciucia con la politica...
«L’incarico conferito al procuratore Rossi dal governo Letta e confermato da Renzi è pienamente legittimo ed è stato regolarmente autorizzato dal Csm. Ha ragione Rossi su questo punto. Non c’erano né impedimenti, né controindicazioni».
Ma perché un procuratore, con tante indagini da seguire, va a fare il consulente giuridico di palazzo Chigi che ha già un ufficio ben nutrito, per giunta di toghe fuori ruolo?
«L’apporto dei magistrati all’attività legislativa è sempre stato ritenuto importante e ogni governo se n’è avvalso. Il Consiglio comunque ha appena emanato norme più restrittive per autorizzare gli incarichi fuori ruolo ed extragiudiziari. Vogliamo stringere le maglie, senza rinunciare alle indispensabili professionalità dei magistrati».
Rossi autorizzato sotto Letta, prosegue con Renzi pure quando arrivano Boschi e Manzione, tutti toscani, a palazzo Chigi. Prosegue pure quando comincia l’indagine sull’Etruria. Non le pare troppo?
«Premetto che l’apertura di una pratica da parte del Csm era un preciso obbligo, tanto più dopo la richiesta formale di un consigliere. In questa vicenda il Csm deve fare una sola verifica, e cioè valutare se Rossi avesse o meno l’obbligo di astenersi dall’inchiesta o di risolvere il rapporto, peraltro tecnico e gratuito con palazzo Chigi, allorquando sono state avviate indagini su Etruria e il governo è intervenuto con il noto decreto. Prima di allora alcuna incompatibilità era ipotizzabile».
Chi avrebbe dovuto avvertire il conflitto d’interessi e fare il passo indietro, solo lui o il Csm? Tra i vostri componenti c’è l’aretino Fanfani che si fa fotografare in un convegno con Boschi e Rossi...
«Il consigliere Fanfani è un gran signore ed è una persona perbene. Non ha mai speso parole sulla decisione, peraltro vincolata, del Comitato di presidenza. Dopo di che, che ci sia o meno un conflitto d’interessi, è tutto da verificare. Lo farà la commissione presieduta da Renato Balduzzi, considerando che l’incarico di Rossi scade il 31 dicembre».
Esiste un ufficio al Csm che vigila su cosa fanno i magistrati? E perché siete di manica così larga con gli incarichi esterni?
«Sulla manica larga ho risposto. L’abbiamo già ristretta. Così come posso dirle che l’aria è cambiata sulla capacità di intervento del Consiglio in presenza su opacità o condotte che violino i doveri propri del magistrato. I diversi casi gravi recenti ne costituiscono una chiara dimostrazione».
Scusi Legnini, ma sappiamo tutti che la giustizia è lenta. Non solo colpa dei magistrati. Ma non è meglio che una toga faccia solo il suo lavoro e basta?
«La risposta spetta in gran parte al legislatore che potrebbe ulteriormente limitare con legge gli incarichi fuori ruolo ed extragiudiziari. Comunque, ripeto che il Csm ha stretto le maglie. Stiamo procedendo con l’autoriforma su questo e altri temi, benché a lei e ad altri suoi colleghi non interessi molto».
Sarà pure, l’argomento è un po’ noioso. Ma perché al governo ci sono sottosegretari magistrati come Ferri e Manzione, e i ministeri sono pieni di toghe?
«Guardi, la materia sarà pure noiosa ma sta di fatto che da molti anni s’invocavano cambiamenti delle regole di funzionamento del Csm e noi ci stiamo provando fino in fondo. Proprio sui magistrati in politica, abbiamo approvato una precisa proposta rivolta al legislatore che anche in questo caso stringe le maglie».
Se fosse stato ancora in Parlamento come avrebbe votato sulla mozione di sfiducia a Boschi?
«E perché mi fa una domanda la cui risposta è scontata? Certamente avrei votato contro la mozione di sfiducia».
Lei è un esperto di economia ed è anche di sinistra. C’era bisogno di affidare gli arbitrati a Cantone per rendere giustizia ai risparmiatori truffati?
«Si tratta di un’opzione normativa che spetta al legislatore. Se ci dovessero chiedere un parere ci esprimeremo».
Torniamo ai “suoi” magistrati, il 2015 vede la procura di Milano ancora scoperta, un conflitto durissimo sui vertici della Cassazione, centinaia di nomine da fare, gli scandali Saguto e Scognamiglio. Che Natale passerà Legnini?
«Un Natale con la coscienza di aver fatto tutto quello che era possibile fare. Vuole un po’ di dati? Sul primo presidente della Cassazione e sul suo aggiunto decideremo martedì, spero all’unanimità, in un plenum presieduto da Mattarella, e ciò prima della scadenza degli attuali capi. In poco più di un anno abbiamo fatto 230 nomine e non siamo in ritardo su nessuna di esse, nemmeno su Milano perché prima di poter deliberare dobbiamo aspettare i pareri dei consigli giudiziari che non sono ancora arrivati. Quanto ai casi Saguto e Scognamiglio il Csm è stato tempestivo e rigoroso».