Repubblica 2.12.15
“Ladri nel mio studio” E l’avvocato di Balda rinunciò all’incarico
È solo l’ultimo caso Ma l’intera vicenda di Vatileaks è costellata di furti, sparizioni e sospetti di spionaggio
Tre violazioni avvenute in Vaticano, altre due negli uffici dell’editore del libro del giornalista Nuzzi
di Marco Ansaldo
CITTÀ DEL VATICANO Sei furti e una denuncia per la presenza di microspie nell’ufficio di monsignor Vallejo Balda. Fanno sette eventi illegali. Tutti sul caso delle carte segrete uscite dal Vaticano. Nel suo genere, un record.
Cominciamo con l’ultimo in ordine di tempo, di cui mai finora si era saputo, e che ha bisogno di una breve ricostruzione perché collegato al processo in corso ai cinque imputati. Spiega a
Repubblica Antonia Zaccaria, legale di fiducia di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda accusato di diffusione delle carte riservate, non ammessa al dibattimento perché non iscritta nell’albo degli avvocati della Santa Sede: «In precedenza, durante gli interrogatori, ero stata ammessa dai Promotori di giustizia, i quali mi avevano autorizzata, suggerendomi di nominare congiuntamente un avvocato del Foro Vaticano. Il 13 novembre con il mio assistito indico una mia collega. Incredibilmente, questa nomina verrà smarrita. Il giorno 17 novembre vado al Tribunale per depositare un’istanza per farmi autorizzare a stare in Giudizio, comunicando che è stata nominata la collega».
Quello stesso pomeriggio avviene il confronto tra monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, la commissaria per la riforma sulle finanze vaticane, anche lei imputata nello stesso caso. «Non riuscendo a reperire la collega — continua l’avvocato Zaccaria — a quel punto viene nominata Rita Claudia Baffioni in qualità di difensore d’ufficio. Il 18 novembre scopro della “sparizione della nomina”, e che non ero più ammessa neanche agli interrogatori. Il giorno successivo aiuto la collega che avevo indicato in precedenza a fare gli adempimenti. Sabato 21 lei mi chiama per dirmi che c’è il decreto di rinvio a giudizio, e che gli atti sono secretati. La domenica ricevo un sms con la notizia che la collega ha subito un’effrazione nel suo studio, e che ha paura, non si sente sicura, e preferisce rinunciare al mandato». Il furto nello studio riguarda alcuni fascicoli. Ma, opportunamente, il dossier con le carte sulla difesa di monsignor Vallejo Balda era stato prelevato dall’avvocatessa, che lo aveva tenuto con sé. Lo stesso pomeriggio la legale consegna il fascicolo di persona alla Gendarmeria. Denuncia l’effrazione ai Carabinieri e il suo studio viene sigillato per due giorni.
In precedenza c’erano stati altri furti su Vatileaks 2. Uno nell’appartamento- ufficio di Vallejo Balda. E poi il monsignore denuncia la presenza di microspie. Quindi, nel marzo 2014, avviene l’effrazione nella cassaforte blindata della Prefettura degli Affari economici, dove Balda e la Chaouqui lavoravano. Due furti sono poi denunciati a settembre e ottobre 2015 negli uffici di Milano di Chiarelettere, la casa editrice dei libri del giornalista Gianluigi Nuzzi, il quale stava per dare alle stampe anche il suo nuovo volume contenente le carte riservate.
Un furto, infine, si sviluppa invece per via elettronica, quando alla fine di ottobre 2015 viene prelevato l’hard disk di monsignor Libero Milone, Revisore generale della Santa Sede, nominato a giugno da Papa Francesco. Il caso Vatileaks 2 continua a dare sorprese.