Corriere 2.12.15
Il vescovo in tv: «Sì a passi indietro su tante tradizioni»
Poi si corregge
di R. B.
Il paradosso di Padova è che a frenare sui simboli del Natale non sarebbe stato un preside laico ma addirittura il vescovo della città, Claudio Cipolla. Lunedì, sollecitato da un’emittente televisiva locale, aveva infatti osservato: «Se fosse necessario per mantenerci nella tranquillità e nelle relazioni fraterne tra di noi non avrei paura a fare una marcia indietro su tante nostre tradizioni».
Parole che non potevano non suscitare reazioni. E infatti ieri il presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, ha scritto una lettera aperta. «La difesa del presepe sta diventando un argine anche identitario, non soltanto per chi si professa cristiano e cattolico, ma anche per chi è laico e magari osserva con distacco questa discussione. In realtà, qui ne va dei concetti di democrazia e di libertà: libertà di pensiero e libertà di professare una religione».
Il governatore legge le parole del vescovo di Padova «non come un gesto rivolto a favore della civile convivenza, ma come una affermazione che riesce a far apparire i cristiani che difendono il presepe, e il suo valore religioso e identitario, come dei veri e propri fondamentalisti. Probabilmente si tratta di un grande errore, lo stesso che si commette nel dividere l’Islam in fondamentalisti e moderati».
Tocca allora allo stesso monsignor Cipolla intervenire: «Non ho mai detto “rinunciamo al presepe” e non ho fatto riferimento ad alcun luogo specifico». E chiarisce: «Fare un passo indietro non significa creare il vuoto o assecondare intransigenze laiciste, ma trovare nelle tradizioni, che ci appartengono e alimentano la nostra fede, germi di dialogo. Il Natale, in questo senso, è un esempio straordinario, un’occasione di incontro con i musulmani, che riconoscono in Gesù un profeta e venerano Maria».
La difesa dei simboli cattolici accomuna i partiti. Per Giovanni Piccoli (Fi), «non dobbiamo rinunciare alle nostre tradizioni». Laura Puppato (Pd) invece sottolinea che «il presepe è portatore di valori che vanno al di là del messaggio religioso».
Una raccolta di 21 presepi, di varie epoche e provenienti da tutta Italia, è invece in questi giorni ospitata nel Palazzo del Quirinale. Una mostra, organizzata da tempo, per «far conoscere e valorizzare le tradizioni culturali, storiche e artistiche della varie Regioni».