martedì 1 dicembre 2015

Repubblica 1.12.15
“In Vaticano cardinali sotto ricatto”
La verità di Balda sugli sponsor della Chaouqui: “La contessa Pinto teneva due porporati al guinzaglio” Niente processo lampo: si allungano i tempi. La pierre e il marito indagati anche dalla procura di Roma
di Corrado Zunino

Il monsignore di Léon, ancora oggi nelle carceri della Gendarmeria vaticana, ai due promotori di giustizia ha raccontato nel corso dei quattro interrogatori come abbia vissuto quotidianamente con la paura «del ricatto d’amore» dopo la notte trascorsa insieme a Francesca Chaouqui a Firenze, il 28 dicembre 2014, «quando ci siamo congiunti carnalmente ». Il prelato ha iniziato a raccontare come in Vaticano questo fatto — i rapporti di alti religiosi con le donne — sia un problema serio. Vallejo Balda ha messo a verbale come la sponsor in Vaticano di Francesca Chaouqui, che poi entrerà, unica donna, nella commissione di indagine sulle economie vaticane, la Cosea, sia stata la contessa Marisa Pinto Olori dal Poggio, oggi 76 anni,un pezzo importante dell’aristocrazia nera e cattolica romana. La signora è tutt’oggi la presidente dei Messaggeri di pace in Italia, fondazione che ha riferimenti in tutto il mondo. La contessa — rivela Balda — «da trent’anni è in rapporti stretti e affettuosi» con il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, lui 72 anni, oggi nella commissione di vigilanza dello Ior e lo scorso dicembre nominato dal papa camerlengo di Santa Romana chiesa. «La contessa Pinto lo teneva al guinzaglio come un cagnolino », ha raccontato ai pm vaticani, «ricordo quando lei mi disse: “Lo invito a un thé mezz’ora e lo strizzo come un limone”». Alla contessa, Tauran non sapeva dire di no. «È stato il cardinale a convocarmi per segnalare la giovane Chaouqui, mi ha dato lui le buone referenze». In un altro passaggio del memoriale Balda ha evidenziato come la contessa Pinto avesse avuto, «a lungo», rapporti confidenziali con il cardinale Giovanni Battista Re, punto di riferimento del clero conservatore. «Molti cadono, come sono caduto io, in tentazione, e il rischio ricatto in Vaticano è diventato estremo». Negli anni in cui era segretario della commissione Cosea monsignor Balda vedeva spesso il Papa. Ora, che non ha più possibilità di avvicinarsi a Santa Marta, vuole far arrivare queste informazioni a Francesco attraverso la gendarmeria. «Quando il Papa mi ha messo nella commissione, i miei nemici» — e Balda indica sempre il cardinale Pell, il presidente dello Ior de Franssu, il finanziere maltese Zahara — «hanno cercato subito i miei punti deboli e, alla fine, mi hanno messo a fianco la Chaouqui». Tra l’altro, di fronte alle considerazioni sulla sua omosessualità fatte ieri dall’ex collaboratrice Francesca Chaouqui, Balda ha voluto far sapere: «A me piacciono le donne e di Francesca mi ero innamorato. Oggi me ne pento profondamente».
Il processo, ieri alla seconda udienza, è slittato al 7 dicembre, vigilia dell’apertura del Giubileo, per consentire proprio alla Chaouqui — la richiesta è del suo avvocato — di preparare la difesa. Il processo vaticano così, a sorpresa, entrerà dentro l’Anno Santo: il dibattimento procederà infatti nei primi giorni della festa cattolica. Le date che si dilatano offrono, finalmente, una possibilità di difesa per i cinque imputati accusati di divulgazione di notizie segrete, tra loro i giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi.
La pierre Francesca Chaouqui ora è indagata anche dalla Procura di Roma, insieme al marito Corrado Lanino, per la compravendita del castello di Narni da parte del vescovo Vincenzo Paglia. I reati sono estorsione e intrusione informatica (in Vaticano). La Chaouqui dice: «Ho fatto molte telefonate a Paglia, ma solo per organizzare eventi di beneficenza ».