venerdì 18 dicembre 2015

Repubblica 18.12.15
Roberto Speranza, leader della minoranza
“Sì al dialogo, è l’antidoto a un Pd centrista”
intervista di Giuseppe Alberto Falci


ROMA «Eleggere i tre giudici della Consulta è stato un passaggio positivo per la democrazia. Ma il dialogo con i Cinquestelle non si fermi qui…». Roberto Speranza, ex capogruppo a Montecitorio del Pd e dirigente di rilievo della minoranza, fa un appello alle truppe di Grillo ma anche al prmier Matteo Renzi: «Evitiamo che si rialzi il muro dell’incomunicabilità».
Onorevole Speranza, l’asse con i Cinquestelle può trasformarsi in una collaborazione duratura?
«Molto bene la pagina di mercoledì. Perché il Parlamento rischiava di alimentare un discredito ulteriore sulla sua capacità di risolvere le questioni di cui si occupa. Di positivo per me non c’è solo quello di aver scelto tre persone di qualità. Ma anche che le prime due forze politiche del Paese - ovvero Pd e Cinquestelle abbiano dialogato. E, soprattutto, trovato insieme il modo di risolvere l’impasse sulla Consulta».
Fino all’elezione dei giudici cosa non ha funzionato fra il Pd e il M5S?
«I grillini hanno preferito la logica degli insulti al dialogo. Mi sembra invece che sin dall’inizio della legislatura noi abbiamo provato a costruire un ponte con i Cinquestelle ma troppo spesso abbiamo ricevuto insulti e scenate».
Insomma, si archivia definitivamente la stagione del Nazareno?
«Penso che la stagione del Nazareno sia finita con l’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica. Credo però che sulle riforme costituzionali sia sempre giusto in linea di principio dialogare con tutti. Ma il patto del Nazareno era un’altra cosa. Difficile da digerire per un pezzo del nostro mondo. Ecco, noi chiediamo un Pd più libero dall’abbraccio con Berlusconi e che dialoghi anche con i Cinquestelle».
Con quale obiettivo?
«Questo dialogo serve per rompere lo schema Pd-partito della nazione. La nostra base vuole che intercettiamo la domanda più radicale di cambiamento. E un pezzo di questa domanda in parte è stata interpretata dai grillini. A noi includerli nel gioco. Non alimentando lo schema renziano: da una parte noi, dall’altra solo forze antisistema.
Su quali provvedimenti si può aprire un dialogo con i 5Stelle?
«Certamente sulle unioni civili. Il testo Cirinnà, includendo lo stepchild adoption, dovrà essere immediatamente approvato per colmare un vuoto legislativo che ci rende fanalino di coda in Europa».
E poi?
«Un altro argomento sul quale dialogare può essere la lotta alla esclusione sociale. Nella legge di stabilità c’è un investimento importante sulla povertà infantile. Un primo passo, è vero. Per me l’obiettivo resta una misura universale di contrasto alla povertà. E, infine, potremo ragionare sulla tutela dei consumatori e dei risparmiatori. Che mi pare essere un tema di assoluta priorità».