venerdì 18 dicembre 2015

Corriere 18.12.15
«Per punire i reati fiscali ci sarà meno tempo» Scontro sulla manovra
L’ex ministro Visco accusa il Tesoro. Il Pd: è falso Stabilità record da 35,4 miliardi e quasi mille commi
di Francesco Di Frischia


ROMA Il caso lo solleva l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che non è nuovo a rilevare interventi del governo Renzi sulla «macchina fiscale»: «È grave l’ultima modifica alla legge di Stabilità, che dimezza i termini per perseguire reati quali la frode fiscale. Se portata a compimento, questa modifica avrebbe ripercussioni pesanti».
Il riferimento è a un emendamento, presentato da Scelta civica, il partito guidato dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, che ha cambiato i tempi a disposizione dell’Agenzia delle entrate per scovare i furbetti che non pagano le tasse. La norma attualmente in vigore concede quattro anni agli ispettori del Fisco, guidati da Rossella Orlandi, per compiere le verifiche ordinarie sui contribuenti. Trascorso questo periodo, però, è necessario che l’Agenzia delle entrate chieda una proroga all’autorità giudiziaria per approfondire le analisi per altri quattro anni. L’emendamento approvato in commissione con un nuovo testo, se dovesse essere approvato anche dall’aula di Montecitorio, porterebbe i termini di accertamento per controllare se qualcuno ha fatto una dichiarazione infedele a 4 + 1 e quelli per controllare se ha omesso la dichiarazione a 4 + 2. Precisa Ernesto Carbone (Pd), nella commissione Finanze della Camera: «Ma che testo ha letto? I termini di accertamento sulle dichiarazioni infedeli aumentano».
A conti fatti però, complessivamente, la durata delle verifiche fiscali si riduce da 8 anni potenziali a 5 per dichiarazioni infedeli e 6 per omessa dichiarazione. Ma Visco va oltre: «La modifica varrebbe anche per i procedimenti in corso e per le dichiarazioni in corso — sottolinea —. Mi chiedo quale sia la ragione per la quale Padoan abbia lasciato passare anche questo ennesimo strappo alle norme che servono per contrastare l’evasione fiscale». E quando Visco parla di «ennesimo», il pensiero corre allo scontro che ha contrapposto duramente la Orlandi a Zanetti, culminato con la richiesta di dimissioni del direttore dell’Agenzia da parte del sottosegretario. Michele Pelillo, capogruppo pd in commissione Finanze alla Camera, corregge il tiro: «Dire che la nuova norma vale anche per i procedimenti e le dichiarazioni in corso è una grave falsità: il nuovo regime parte dalle dichiarazioni del 2016».
Intanto la manovra, approvata dalla commissione Bilancio della Camera passa oggi in aula: conta 993 commi, un numero vertiginoso che la rende una delle più «corpose». Ma c’è il rischio addirittura che possa crescere se, come appare ormai probabile, il provvedimento subirà nuove modifiche. In serata è maturata l’ipotesi che il governo non ponga la fiducia consentendo emendamenti sul testo. Il nuovo pacchetto di misure per la sicurezza e gli ultimi interventi hanno portato il valore complessivo della finanziaria a 35,4 miliardi e al 2,4% il rapporto deficit/Pil. Soddisfatto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: il provvedimento è stato «rafforzato dal dibattito parlamentare».