venerdì 18 dicembre 2015

Repubblica 18.12.15
Governo nel mirino Ue per aiuti di Stato all’Ilva
di Vittorio Ricapito


BARI La Commissione europea è sul punto di aprire un’indagine formale sull’Italia per i fondi all’Ilva: sotto osservazione l’ultimo decreto del governo e la legge di stabilità 2016. Il dossier preparato dall’Antitrust di Bruxelles potrebbe essere formalizzato dalla commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager già prima di fine anno. Scopo dell’istruttoria avviata è verificare se si tratti di aiuto di Stato l’ultimo prestito da 300 milioni di euro previsto dal nono decreto “Salva-Ilva” ed erogato direttamente dal bilancio dello Stato per consentire al siderurgico di andare avanti fino alla vendita (prevista per giugno). Stesso quesito circa il fondo di garanzia da 400 milioni, ampliato con l’ultima legge di stabilità di ulteriori 800 milioni, destinato all’ambientalizzazione della fabbrica.
Si tratta di prestiti concessi a un tasso del 3,12 per cento con la garanzia dello Stato. I fari della Ue si sono accesi anche sul precedente prestito ponte da 250 milioni che le banche concessero all’allora commissario unico per il siderurgico, Piero Gnudi, nell’autunno dello scorso anno. Ad avviso della Commissione, un privato non garantirebbe mai un’azienda come l’Ilva, dichiarata insolvente dal tribunale di Milano per debiti per quasi 3 miliardi, con buona parte degli impianti sotto sequestro giudiziario e perdite mensili considerevoli. In caso fossero accertati gli aiuti di Stato, la Commissione imporrebbe al governo di recuperare gli aiuti con gli interessi, oppure lo sanzionerebbe per una cifra di circa il 10-15 per cento del valore dell’affare. Il governo ha varato il nono decreto “Salva-Ilva” per velocizzare la vendita. Il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 2 febbraio e sarà all’esame del Senato dal 19 gennaio. E’ la terza volta negli ultimi 15 anni che l’esecutivo europeo si interessa al siderurgico di Taranto. Nel 2013 la Commissione ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per le conseguenze su ambiente e salute delle emissioni industriali dell’Ilva. Nel 2002, invece, l’allora commissario per la concorrenza Mario Monti stabilì che l’Ilva dei Riva poteva ricevere un finanziamento di quasi un miliardo per investimenti ambientali grazie alla legge 488 sugli aiuti alle aziende del Mezzogiorno, senza violare le norme europee.